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Testa a testa nei 142 comuni maggiori - Sud e Zona rossa al Centrosinistra

Il centrodestra sposta il baricentro da Forza Italia verso la destra

di Davide Angelucci e Vincenzo Emanuele

Con il secondo turno di domenica 26 giugno si chiude questa tornata di elezioni comunali. Il centrosinistra è riuscito a ribaltare l’esito del primo turno e a migliorare rispetto a 5 anni fa. Il bilancio finale nei 142 comuni sopra i 15.000 abitanti è di 53 per il centrodestra e 51 per il centrosinistra, più tre città vinte da coalizioni di sinistra senza il Pd. Due settimane fa, 79 comuni avevano assegnato il sindaco con un bilancio parziale a favore del centrodestra. Considerando anche le coalizioni di destra (quelle che escludono FI), il centrodestra aveva conquistato 34 comuni (la gran parte al Nord) contro i 30 di centrosinistra e sinistra insieme. Il primo turno aveva inoltre decretato la scomparsa del M5S e la timida ricomparsa del Centro (con vittorie in 3 comuni superiori).

Nei 63 comuni andati al ballottaggio, il centrosinistra ribalta l’esito del primo turno, superando il centrodestra in tutte le zone del paese, incluso il Nord dove si registrano vittorie importanti come a Verona. Il centrosinistra conquista 23 comuni (24 considerando anche la sinistra alternativa al Pd e 25 se si considera l’unico comune conquistato dal M5S, Mottola). Il bilancio non cambia se si considerano nell’ambito del centrodestra anche le vittorie ottenute da candidati di destra non sostenuti da FI. Nei 35 ballottaggi in cui era in gara, il centrodestra vince in 12 comuni (19 su 47 includendo anche la destra). Se da un lato il centrodestra sembra aver pagato le divisioni interne (vedi Verona), dall’altro il dato sembra confermare una strutturale debolezza dei candidati conservatori quando viene meno il traino del voto di lista come succede al ballottaggio.

I numeri finali, considerando primo e secondo turno e confrontando i totali con la tornata precedente, offrono un quadro più dinamico di come sono cambiati i rapporti di forza nei 142 comuni. Il centrosinistra, in una tornata in cui partiva svantaggiato (il centrodestra partiva avanti con 45 comuni), migliora sensibilmente rispetto a 5 anni fa. Oggi controlla 51 comuni, contro i 44 della tornata precedente. Il grosso di queste città è al Sud, dove il centrosinistra domina (anche sui civici che qui rispetto a 5 anni fa hanno perso 5 comuni). Il centrosinistra torna inoltre la principale forza politica nella zona rossa: 5 anni fa si registrava una sostanziale parità tra centrosinistra e centrodestra (6 vs 6); oggi il centrosinistra amministra 10 comuni, contro i 5 conquistati dal centrodestra. Rispetto a 5 anni fa, inoltre, si riduce (seppure leggermente) la distanza con il centrodestra al Nord.

Sul fronte opposto, il centrodestra chiude in pareggio rispetto a 5 anni fa, ma con un sensibile spostamento del baricentro da Fi verso la destra: il centrodestra (con Fi) perde 5 città, la destra (senza Fi) ne guadagna altrettante, per un totale di 53 (un numero pari a quello di 5 anni fa). La forza del centrodestra è prevalentemente localizzata al Nord, dove pure perde però 2 comuni se si considerano centrodestra e destra insieme (30 comuni 5 anni fa contro i 28 di oggi).

Infine, concentrandosi sui comuni capoluogo, il bilancio finale vede il centrodestra vincente in 12 casi (14 se si considera anche la destra senza Fi), il centrosinistra in 10, con 2 comuni (Viterbo e Como) vinti da candidati civici. Anche in questo caso il centrosinistra ha guadagnato posizioni rispetto a 5 anni fa, passando da 5 a 10 comuni, mentre il centrodestra è sceso da 18 a 12.

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