Amministratori

Catania, piani per aree in degrado e rilancio della mobilità

Previsti l’acquisto di 110 autobus urbani a emissione zero e una stazione di rifornimento per l’idrogeno. Il nodo della carenza di personale

di Nino Amadore

A Catania il 28 e 29 maggio si vota per eleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale. Ma la macchina amministrativa non si ferma. C’è da spingere per raggiungere alcuni traguardi. E tra questi il più importante, manco a dirlo, è il Pnrr con la sua dote di 186 milioni che può dare un contributo alla trasformazione della città sul piano urbanistico ma anche, per esempio, sul fronte della mobilità. Il tutto al netto di altri grandi interventi: Catania, lo ricordiamo, è nodo fondamentale nel progetto dell’alta capacità ferroviaria che punta a velocizzare il traffico tra Messina e Palermo passando, appunto, per il capoluogo etneo.

I numeri per quanto riguarda strettamente il Comune di Catania sono questi, secondo la relazione dettagliata presentata in consiglio comunale un paio di mesi fa da Fabio Finocchiaro, ingegnere e responsabile dell’ufficio Pnrr del Comune nella sua qualità di direttore dell’ufficio Politiche comunitarie: 40 progetti approvati e 9 (per un valore di 8,7 milioni) in attesa di approvazione, altri 9 progetti sono stati invece bocciati ma il Comune conta di recuperare le somme per il loro finanziamento dalla dote dei fondi del Pon Metro la cui dotazione per Catania era di 200 milioni. Intanto per quanto riguarda il Pnrr tutti i progetti sono ancora in fase di affidamento.

Il Comune, che da circa un anno è guidato da commissari nominati dalla Regione, ha costituito una task force per il monitoraggio costante di quello che possiamo definire il “cantiere Pnrr”. «I problemi – spiega Finocchiaro – sono quelli di cui si è tanto parlato sulla carenza del personale. Il Comune di Catania ha circa 1.600 dipendenti con un’età media molto alta (60-62 anni). E noi possiamo anche dirci fortunati perché grazie ai fondi del Pon Metro Sicilia siamo riusciti ad assumere cento persone a tempo determinato anche se solo una parte di questi viene utilizzata per la spesa dei fondi europei su cui noi puntiamo molto».

Monitoraggio costante anche da parte delle imprese, e in particolare da parte dell’Ance Catania guidato da Rosario Fresta, almeno per quel che riguarda il fondi al capitolo Piani urbani integrati(Pui) la cui sfida è «quella di ridurre le “marginalità” tra aree di interesse strategico» si legge in un documento del Comune: i piani intervengono in «quattro aree “trainanti” poste in ambiti urbani diversi ma segnati (per motivi differenti) da caratteristiche di marginalità: San Berillo-Corso dei Martiri e Librino, Monte Po e Ognina».

In questo caso si tratta di un totale di 76 milioni con interventi di riqualificazione sparsi in tutta la città con «L’obiettivo principale – spiegano dal Comune – di utilizzare le infrastrutture esistenti, Fce metropolitana (la Circumetnea ndr) e Rfi integrati al sistema nord-sud di greenWay, per la valorizzazione delle aree e, soprattutto, per la riduzione del gap creatosi nei decenni a causa della mancata programmazione e di visioni strategiche. Lo spontaneismo ha determinato dei chiari divari con l’inevitabile peggioramento della inclusione sociale ed integrazione ambientale».

Somme sostanziose sono state destinate a Librino, area che necessiterebbe di ben altre risorse per la riqualificazione, ma tant’è: nell’elenco dei 13 interventi dei Pui sono almeno due quelli che riguardano il quartiere periferico del capoluogo etneo, da sempre considerato luogo di degrado. E in questo caso ci sono i dieci milioni destinati alla creazione di nuovi spazi sportivi, acquisto attrezzature e ampliamento del campo di rugby e la ristrutturazione di una scuola (spesa prevista di 6,5 milioni). Alla voce Opere varie (capitolo “Librino città moderna”) troviamo la realizzazione di 64 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica per un valore totale di 14,6 milioni.

Sempre nella logica della riqualificazione urbana si iscrivono i 17,2 milioni disponibili per la creazione di un parco urbano e il ripristino aree fiume Acquicella, una vasta area che separa il porto dalle spiagge della Playa. Un altro parco urbano, con una dotazione di 12 milioni, è previsto invece nel centro cittadino che si inserisce nel piano di completamento della riqualificazione del quartiere San Berillo. Un’area, quest’ultima, cui sono stati destinati altri 13 milioni per opere di riqualificazione della viabilità pubblica, realizzazione di nuovi spazi pubblici a verde, la creazione di un Urban center.

Ma uno dei capitoli più importanti, affidato all’Amt (l’Azienda municipale trasporti guidata da Giacomo Bellavia) è quello dedicato al trasporto pubblico locale dove che assorbe 78 dei 186 milioni disponibili (quasi il 42% della dotazione complessiva): previsto l’acquisto di 110 autobus urbani a emissione zero (100 elettrici e 10 a idrogeno) con un progetto per costruire anche una stazione di rifornimento per l’idrogeno: «Abbiamo scelto la procedura Consip – dice il presidente –. Nei prossimi giorni arriverà l’affidamento». Sul fronte mobilità da segnalare anche i cinque milioni destinati alla rete ciclabile urbana (20 chilometri).

Ma la Cgil, per bocca del responsabile del monitoraggio sui fondi Pnrr Antonio Pioletti, ha fatto notare come «da parte di Comune e città metropolitana non è stata avanzata alcuna richiesta per tramvie, filovie, busvie (Brt), o altri sistemi di trasporto collettivo finanziabili con questa misura. Il Pnrr rimane ancora una grande opportunità ma troppi sono i dubbi e le grandi occasioni perdute da parte del Comune e della città metropolitana, anche in ambiti molto importanti». E infine un altro capitolo importante per una città come Catania che è quello degli interventi sui beni confiscati alla mafia: tre gli interventi previsti per un totale di 2,2 milioni.

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