Il CommentoAmministratori

Snello, equo e competente: così gli enti pubblici ideali

di Camilla Curcio

Sulle caratteristiche che dovrebbe avere la pubblica amministrazione, i cittadini hanno le idee chiare. O almeno così sembra dal sondaggio di Ipsos per l’Istituto Toniolo.

I risultati, esaminati nel report “La buona amministrazione” da Barbara Boschetti, docente di diritto amministrativo all’università Cattolica di Milano e Benedetta Celati, borsista di ricerca al Crifsp dell’università di Bologna, restituiscono l’immagine di una fiducia sospesa. Quella del 61% degli intervistati che, nonostante lo scetticismo, hanno assegnato alla Pa un voto sufficiente (a fronte della sonora bocciatura del 25% e di un risicato 14% di valutazioni eccellenti).

Tra aspettative poco rosee e la speranza in un cambio di rotta, che si concretizzerebbe nella riforma proposta dal Pnrr come «prioritaria strategia di resistenza e resilienza», il prototipo ideale è molto lontano dal modello reale. Per essere equa, efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini, la buona amministrazione deve puntare su competenza (25% del campione, 28% nella fascia 55-64 anni e 27% per le donne), semplicità (14% delle preferenze), correttezza (13% che diventa il 18% nella fascia 25-34 anni) e affidabilità (11% del totale), qualità valorizzata dai giovani (17% dei profili d’età compresa tra 18 e 24 anni). A finire sul fondo della lista, inaspettatamente, è la digitalizzazione. Che, pur non figurando tra gli investimenti essenziali, per il 68% della platea rimane un parametro importante per il restyling della macchina.

Contrastare inefficienza e procedure farraginose è possibile e fare leva su semplificazione e competenze può fare la differenza. «Storicamente la Pa si è appoggiata su una forte prevalenza di giuristi. Ora ci si rende conto che ha bisogno di skill tecniche diversificate per non essere assorbita dal settore privato», ha sottolineato Boschetti, «Nelle gare per le infrastrutture o nei partenariati, soffre di un gap di competenze. Occorre accumularne il più possibile per evitare di soccombere ad accordi vantaggiosi solo per il privato».