Fisco e contabilità

Rischio default a Palermo con il no alla super-Irpef

I 180 milioni del Patto che Draghi dovrebbe firmare con il Comune inciampano sul «no» del consiglio comunale

di Gianni Trovati

I 180 milioni del Patto che Draghi dovrebbe firmare con il Comune di Palermo come ha fatto nelle settimane scorse con Napoli e Torino inciampano sul «no» del consiglio comunale al raddoppio dell’addizionale Irpef che rappresenta il cuore del contributo locale al risanamento. Il capoluogo della Sicilia fa così un passo deciso verso il dissesto, che ora piomba al centro della scena anche nella campagna elettorale per le amministrative di primavera.

Nel meccanismo costruito con l’ultima legge di bilancio i Patti si fondano sullo scambio fra un ricco finanziamento statale e un forte impegno locale a contribuire alla copertura dei buchi di bilancio. A Palermo la leva centrale era stata individuata nella super-addizionale Irpef, che sarebbe passata dall’8 al 16,1 per mille. Ma il consiglio comunale ha detto no con 17 voti fra i 26 consiglieri presenti (14 non c’erano). Certificando che il sindaco Leoluca Orlando arriva alla fine del suo quinto mandato alla guida della città senza una maggioranza in consiglio; e che la città arriva a un passo dal default senza una strategia condivisa per evitarlo.

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