Fisco e contabilità

Pronta la relazione, in cabina di regia settimana prossima

Al via anche i bilaterali con le Regioni per rivedere i progetti territoriali

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Arriverà la prossima settimana la relazione del Governo sullo stato di attuazione del Pnrr. Una «fotografia aggiornata», assicurano dall’Esecutivo, che il ministro Raffaele Fitto presenterà prima in cabina di regia, per poi illustrarla in Consiglio dei ministri e in Parlamento. Con uno scopo preciso, che guarda più al futuro che al passato: rivendicare i risultati raggiunti sin qui, ma soprattutto indicare le difficoltà e le nubi che si addensano sui prossimi traguardi da tagliare.

Se sulla terza rata Fitto continua a ostentare tranquillità, sulle scadenze di giugno rinnova a tutti gli interlocutori le perplessità già espresse nell’ultima informativa alle Camere. «Ci sono previsioni impossibili da raggiungere, come quella sulle stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale», ripete. «L’unica soluzione sarà la revisione degli obiettivi». Una revisione drastica che - ribadendo quanto già scritto su questo giornale - riguarderà tutte le milestone e i target da qui a giugno 2026. Il lavoro è ancora però completamente aperto (non a caso la deadline che il Governo si è data è il 31 agosto): si stanno verificando, ministero per ministero, le risorse «realmente spese». «Sto aspettando tutte le carte», spiega il ministro. Il messaggio anche ai colleghi di Governo è che, da qui in avanti, i rischi vanno prevenuti. Perché dalla Commissione Ue, come dimostrano anche le verifiche ancora aperte sulla terza tranche di risorse da 19 miliardi, «ci fanno le analisi del sangue e la risonanza magnetica».

Di certo, Fitto non recede dall’intenzione più volte esplicitata negli ultimi giorni: riscrivere il Piano rinunciando ai piccoli progetti e ragionando, ad esempio, «sui bandi con graduatorie tutte ancora da finanziare», a favore di «un RepowerEu all’altezza» e dei «grandi interventi strategici» (implicita risposta all’Ue che chiede all’Italia di non ridurre «l’ambizione»). Ai dubbi già espressi dai costruttori dell’Ance sull’opportunità di estromettere dal Piano gli interventi più capillari e più utili anche per la manutenzione del territorio (si veda Nt+ Enti locali & edilizia del 20 maggio), il ministro risponde citando la possibilità di spostare i progetti sulla programmazione della coesione 2021-2027, che ha meno vincoli e rigidità del Pnrr. Sempre dalla prossima settimana cominceranno gli incontri bilaterali con le Regioni proprio per la doppia riprogrammazione dei fondi di coesione e di quelli del Pnrr.

Intanto le opposizioni tornano ad assediare Fitto reclamando verità sull’operazione e sui tempi di modifica del Pnrr. Il Pd ha chiesto che si voti un atto di indirizzo per fare chiarezza sulle scelte all’orizzonte. «Il Governo la smetta di fare pasticci», è la richiesta dei presidenti dei gruppi parlamentari, Chiara Braga e Francesco Boccia.

A dare manforte a Fitto è intervenuto ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Sul Pnrr, ha tuonato, «quello che è stato fatto in questo Paese lo conoscono tutti. Quando fu chiesto il massimo delle risorse a debito senza alcun progetto, e furono presentati i progetti, in pochi giorni, uno accatastato all’altro. Alcuni li conoscete, sono già stati bocciati: pensiamo agli stadi». Per Urso, in sintesi, l’Esecutivo non farà «gli stessi errori che hanno fatto i Governi precedenti». Anche Matteo Salvini ha voluto rassicurare: «L’obiettivo è spendere bene e spendere tutti i fondi del Pnrr, soprattutto quelli per le infrastrutture - sostiene il ministro titolare della materia -. Non è in agenda né la restituzione di fondi né la mancata spesa. Al massimo si possono rimodulare alcune voci». Segno che la partita è ancora al fischio d’inizio e si preannuncia complicata. Anche all’interno.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©