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Top 200 architettura: in vetta Lombardini, Casamonti e Citterio-Viel. Renzo Piano scivola all'ottavo posto

Le prime 200 società di architettura e design attive in Italia. Nel 2020 fatturato totale di 487 milioni (+1,8%)

di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino

Il consuntivo 2020 dell’attività delle maggiori società di architettura (e design) è, se non esaltante, sicuramente più roseo di quanto una crisi quale quella epocale dello scorso anno potesse far temere. Questo, ancora una volta, dimostra come strutturarsi in forma societaria permetta ai professionisti di meglio attrezzarsi rispetto a quanti continuano a operare singolarmente o con studi associati, per affrontare non solo un mercato sempre più esigente ma anche i suoi imprevisti. Così allo scoppio improvviso della pandemia (nel febbraio 2020) le società di progetto hanno rapidamente risposto dislocando il lavoro da remoto senza praticamente alcuna interruzione, soffrendo solo, per quelle più impegnate all’estero, dell’impossibilità di viaggiare.

Ma un piccolo “ribaltone”, in un anno così particolare, si è comunque verificato. La classifica (per fatturato 2020) redatta dalla società di ricerca Guamari e qui come ogni anno allegata, mostra che dietro alla confermata leader Lombardini22 si posiziona una new entry come Marco Casamonti & Partners, nata nel dicembre 2018 per volontà del fondatore di Archea Associati, terza diventa ACPV (Antonio Citterio Patricia Viel), che nel settembre 2020 ha fuso la società di architettura e di interior design (crescendo del 67,4%), quarta e quinta sono ATIproject e MCA (Mario Cucinella Architects) con incrementi rispettivamente del 51,2 e 32,5 per cento.

I numeri d'insieme
Ecco quanto emerge dalla classifica pubblicata nel Report 2021 on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry scaricabile dal sito www.guamari.it a partire dal 15 dicembre, giorno in cui questa ricerca sarà oggetto di dibattito e aggiornamento da parte dei principali operatori riuniti a Milano presso Assolombarda. Nel 2020 le top 200 società di architettura (e design) italiane sommano un giro d’affari di 487,2 milioni (più 1,8%) confermandosi ben lontane dai grandi competitor internazionali, un dato su tutti: la statunitense Gensler, al vertice della classifica mondiale di ENR, fattura 1,3 miliardi di dollari, oltre il doppio delle nostre 200 messe insieme (e 28,4 volte più di RPBW - Renzo Piano Building Workshop).

Dopo il lieve calo del 2019, la redditività del campione in esame torna a crescere (anche se di poco): l’ebitda dell’uno per cento mentre l’utile netto del 6 per cento. Ma, attenzione: rispetto al 2019 le società che chiudono il bilancio in perdita sono 30 a fronte di 17 l’anno prima. Ancora ottimi sono invece i numeri dello stato patrimoniale che vedono la posizione finanziaria netta, già attiva, migliorare del 77,5% e il capitale netto rafforzarsi del 29,5 per cento.

I campioni
Se la classifica vede per il terzo anno consecutivo Lombardini22 prima con un fatturato 2020 di 19,5 milioni (più 7,8%), la società milanese sarebbe solo quinta se invece dei civilistici si considerano i fatturati aggregati (espressi da più società, nonché da filiali estere facenti capo alla stessa proprietà). In questo caso si conferma al primo posto RPBW che, considerando la branch francese, arriva a 37,9 milioni, seconda sarebbe l’accoppiata Marco Casamonti & Partners/Archea Associati (26,1 milioni), terza Progetto CMR, che per il primo anno propone un bilancio consolidato (proforma), unica tra le top 200, da 22,2 milioni (che però include anche attività diversificate quale il contracting o la consulenza BIM e quarta ATIproject che con le filiali in Serbia e Danimarca sale a 20 milioni.

Tornando all’esame delle singole società sono campioni di crescita: Zuccon International Design (più 92,1%) specializzata nella progettazione di yacht, Garretti Associati (85,7%), Planum (80,3%), Ottavio Di Blasi & Partners (79,9%) e DVision Architecture (58,8%) per non parlare  di otto newco (De Jorio Luxury & Design Projects, Delogu Architecture, Hong Architects Milan, LDA, Locatelli & Partners, Marco Casamonti & Partners, Spagnulo & Partners e Undesign), tutte al loro secondo bilancio, che mostrano incrementi monstre.

A livello di export a guidare la top 200 troviamo Luca Dini Associati e De Jorio Luxury & Design Projects (entrambe attive esclusivamente all’estero), seguite da Fuksas Architecture (96,3% con un occhio di riguardo per il mercato cinese), Officina Architetti (86,8 %, grazie alla presenza in Colombia, Paese di origine del fondatore Hembert Penaranda) e la società di industrial e yachting design Icona Design Group (84,7%).

Le migliori prestazioni reddituali in termini di ebitda margin (margine operativo lordo su fatturato) sono quelle di: De Jorio Luxury & Design Projects (75,2%) e Luca Dini Associati (73,4%), seguite da una società acquistata tre anni fa dal gruppo Edison (EdF), M&P - Magnoli & Partners (55,4 %), Ad Architettura (53,7%) e Zuccon International Project (53,6%). Mentre, considerando il net margin (utile netto su fatturato), emergono le stesse società con in più ATIproject.

Infine, se ben 98 società (su 145 di cui il dato è disponibile) possono vantare una posizione finanziaria netta attiva, le cinque che svettano per valore assoluto sono: ATIproject, Luca Dini Associati, Lombardini22, Marco Casamonti & Partners e Zuccon International Project.

Prospettive
A differenza delle società di ingegneria, tra quelle di architettura continua a latitare la crescita esterna: non solo, come è comprensibile, le firme "autoriali" restano tali confidando sul sempre maggior successo della creatività che le distingue, ma le società di progettazione integrata (in cui architettura e ingegneria esprimono le sinergie richieste dai progetti più complessi), che rappresentano il 31,2 % del fatturato delle top 200, non sembrano pronte a fondersi in realtà di maggiori dimensioni e con più articolate prestazioni. Se questa staticità è destinata a durare lo diranno i prossimi mesi, quando finita sperabilmente l’emergenza il mercato cercherà nuovi assetti: essi potrebbero privilegiare un’offerta più aggressiva e attrezzata per interventi ambiziosi in linea con la spinta che sta venendo anche al mercato privato dagli ambiziosi investimenti del Pnrr. Tenendo presente che la concorrenza internazionale, che negli ultimi vent’anni nel mercato italiano si è espressa con operazioni “mordi e fuggi” da parte di 38 grandi società straniere, potrebbe cambiare rotta e, similmente a quello che è abituale nell’ingegneria (con 28 gruppi che agiscono con filiali italiane agguerrite) decidere di sfidare le nostre "in casa" costituendo sedi stabili (con alle spalle una "potenza di fuoco" a noi sconosciuta).

E anche all’estero, il fatto che vi siano meno società di architettura italiane con presidi stabili di quelle di ingegneria (49 a fronte di 61) conferma l’esigenza di rafforzarsi per approfittare di quella congiuntura favorevole che nei maggiori mercati mondiali si presenterà come new normal ma con una più alta "asticella" nel selezionare i concorrenti. Il tutto sulla scia di un boom nelle esportazioni italiane che quest’anno supereranno la soglia di 500 miliardi di euro nei soli beni. Rafforzare con una creatività abbinata a una vis imprenditoriale l’appeal di un made in Italy che poggia sulle "tre F" (Fashion, Food, Furniture) può far fare un salto competitivo al sistema dell’imprenditoria di progetto.

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