Fisco e contabilità

Rinegoziazioni per equilibrio corrente fino al 2024 e accollo allo Stato dei debiti: due misure per sostenere gli enti locali

di Anna Guiducci

Si alleggerisce l'equilibrio corrente degli enti locali. Con un emendamento inserito in sede di conversione, il Decreto Milleproroghe (Dl 228/2021) estende infatti a tutto il 2024 la possibilità di utilizzare senza vincoli di destinazione le economie derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e prestiti e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi da Comuni e Province. La novità, applicabile al bilancio di previsione 2022/24, va a braccetto con le disposizioni finalizzate a regolamentare l'accollo allo Stato dei debiti finanziari degli enti locali. L'articolo 39 del Dl 162/2019, oggi modificato, stabilisce infatti la possibilità per Comuni, Province e città metropolitane di presentare al ministero dell'Economia e delle finanze apposita istanza di ristrutturazione del proprio debito, con accollo da parte dello Stato, al fine di conseguire una riduzione totale del valore finanziario delle passività totali a carico delle finanze pubbliche. Possono essere oggetto di accollo i mutui in essere alla data del 30 giugno 2019, con scadenza successiva al 31 dicembre 2024 e con debito residuo superiore a 50.000 euro, o di valore inferiore nei casi di enti con un'incidenza degli oneri complessivi per rimborso di prestiti e interessi sulla spesa corrente media del triennio 2016-2018 superiore all'8 per cento. Con il decreto Milleproroghe si dispone oggi l'esonero generalizzato nei confronti di tutti gli enti locali, e non solo per quelli con popolazione inferiore ai 5mila abitanti, della verifica della riduzione del valore finanziario delle passività totali, disciplinata dall'articolo 41, secondo comma, della legge 448/2001. Nell'istanza, l'ente deve indicare, nel caso in cui le operazioni di ristrutturazione prevedano l'estinzione anticipata totale o parziale del debito, l'impegno a destinare specifiche risorse al pagamento di eventuali penali o indennizzi, da versare allo Stato alle condizioni e con il profilo temporale negoziati con l'istituto mutuante.

In riferimento alle operazioni di ristrutturazione che saranno perfezionate entro il 31 dicembre 2022, sarà istituito un apposito fondo nello stato di previsione del ministero dell'Interno, di importo commisurato alla minore spesa per interessi passivi sul debito statale. Con un decreto (o con più decreti) del Ministro dell'Interno, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, le risorse del fondo saranno poi ripartite tra gli enti locali i cui mutui sono stati accollati allo Stato, tenuto conto, altresì, del loro contributo nel determinare la minore spesa per interessi, in funzione dell'importo e del profilo temporale delle quote capitale dei mutui medesimi. Per la gestione delle attività,il Mef si avvale di una società in house e della consulenza di una Unità di coordinamento (composta dal ministero dell'Economia e delle finanze e dal ministero dell'Interno, dai rappresentanti di Anci e Upi) cui spettano, tra gli altri, il monitoraggio delle attività, il coordinamento nei confronti degli enti locali destinatari della ristrutturazione e l'individuazione di soluzioni amministrative comuni volte a uniformare le interlocuzioni tra gli enti locali e la società medesima per agevolare l'accesso alle operazioni stesse.

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