Amministratori

Conflitto di interessi, richiamo Anac alle Pa: necessario dotarsi di un regolamento ad hoc

Il caso specifico riguarda l'Istituto di superiore di Sanità su cui l'Autorità era stata chiamata a pronunciarsi già nel 2018

di Mau.S.

Le amministrazioni pubbliche, soprattuto quelle che operano in campo sanitario devono dotarsi di codici e regole precise sul conflitto di interessi. Lo ribadisce l'Anac, con la delibera n.158 approvata nel Consiglio del 30 marzo 2022 . Ricordando che lle norme (la legge 241/90 e il Dpr 62/2013, in particolare) prevedono obblighi dichiarativi e di astensione da parte dei soggetti che si trovano in situazioni di conflitto di interessi, anche solo potenziale l'Autorità Anticorruzione richiama espressamente le amministrazioni alla vigilanza e al rispetto dei codici di comportamento. Spetta infatti alle amministrazioni di appartenenza vigilare, verificando l'adempimento degli obblighi di comunicazione da parte dell'interessato, soggetto a potenziale conflitto d'interesse. Una responsabilità che, in caso di inadempienza, comporta per i soggetti preposti conseguenze di tipo disciplinare, amministrativo-contabile, quando non anche sanzioni a livello penale.

Richiamando ciascuna amministrazione all'obbligo per legge di dotarsi di un proprio codice di comportamento per prevenire e contrastare situazioni di conflitto d'interessi, l'Autorità sottolinea i propri poteri di ausilio nei confronti delle amministrazioni, nel definire criteri, linee guida e modelli uniformi per evitare conflitti d'interessi. Particolare riguardo, sottolinea l'Autorità Anticorruzione, va dato all'ambito sanitario, assai "delicato", "dove anche la sola percezione di situazioni di conflitto può avere rilevanti ripercussioni dal punto di vista economico e sociale".

Il caso specifico su cui è intervenuta Anac riguarda un supplemento istruttorio richiesto dal Consiglio di Stato su una vicenda di presunto conflitto d'interesse in seno all'Istituto supriore di Sanità, in merito al quale l'Autorità si era già espressa in passato con precedente delibera N.321/2018. Al termine dell'indagine l' Anac ha ribadito come non risultino evidenziate situazioni di conflitto d'interesse, negli specifici episodi contestati da un esposto di un coordinamento di associazioni. Nello stesso tempo, l'Autorità ha richiamato l'Istituto a dotarsi in via definitiva di un regolamento «per prevenire, individuare e risolvere eventuali conflitti d'interesse, aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal Codice di comportamento e dal Codice di etica vigenti».

Inoltre Anac ha sollecitato lo stesso istituto a «indicare, a monte, direttive precise sugli eventi e sulle occasioni in cui è necessario che il personale presenti le dichiarazioni inerenti il conflitto d'interessi, attività propedeutica alla successiva verifica delle stesse, al fine di evitare che situazioni similari vengano trattate in modo dissimile». L'Autorità, infine, fa presente che «i codici di comportamento delle singole amministrazioni possono integrare e specificare le regole del Codice, ma non attenuarle» e ricorda che non basta il codice di etica a regolare il conflitto d'interessi. I codici etici hanno, infatti, una dimensione valoriale e non disciplinare, e sono adottati dalle amministrazioni al fine di fissare doveri spesso ulteriori e diversi rispetto a quelli definiti nei codici di comportamento. Questi, invece, «fissano doveri di comportamento che hanno una rilevanza giuridica, che prescinde dalla persona adesione di tipo morale, cioè dalla personale convinzione sulla bontà del dovere. Essi vanno rispettati in quanto posti dall'ordinamento giuridico, con conseguente applicazione degli effetti e delle responsabilità, non solo disciplinari, conseguenti alla violazione delle regole comportamentali»

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