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Lo sprint dei Comuni, bandi su del 44% - Anci e Ifel lanciano la piattaforma Easy per gli investimenti

L'aumento della spesa in conto capitale liquidata ai fornitori cresce del 34% rispetto al 2017

di Gianni Trovati

La corsa dei bandi di gara muove sulle gambe dei Comuni. Che da soli raccolgono un euro ogni quattro messi a gara in Italia per le opere pubbliche.

L’anno scorso gli appalti dei sindaci sono volati a quota 9,3 miliardi di euro, con un aumento del 44,4% rispetto all'anno prima. Se il confronto guarda al 2017, quando i bandi locali avevano totalizzato 5,18 miliardi, il balzo è del 79,5 per cento. La corsa, poi, non è solo teorica: perché i pagamenti in conto capitale alle imprese, che si liquidano con gli stati di avanzamento lavori degli investimenti, sono saliti a 11,2 miliardi l’anno scorso, con un incremento del 14% rispetto a un 2020 che da questo punto di vista non è stato frenato dal Covid e del 34% sul 2017.

Parte da queste premesse la discesa dei sindaci nel campo del Pnrr, che indirizza direttamente ai Comuni circa 40 miliardi entro il 2026 accompagnati da circa 10 miliardi delle politiche di coesione nel periodo di programmazione 2021-27. In un conto brutale, quindi, per realizzare il Piano i municipi devono andare vicini al raddoppio nel ritmo di una spesa di investimenti che già è cresciuta di un terzo in quattro anni.

Non è semplice. Tanto più mentre l’ennesima emergenza rappresentata dal caro-energia mina i conti locali, che dal prossimo decreto aiuti attendono come anticipato l’altro ieri dal Sole 24 Ore un nuovo fondo di sostegno e la possibilità di utilizzare in via eccezionale una quota degli avanzi per tamponare i costi extra, come il sindaco di Milano Giuseppe Sala tornerà a chiedere oggi nell’incontro con il ministro dell’Economia Daniele Franco.

Il nuovo colpo di reni chiesto agli Comuni alimenta le preoccupazioni che circondano le sorti dell’attuazione dei tanti capitoli che il Pnrr sviluppa in chiave locale. E le iniziative di supporto che poggiano su alleanze fra i ministeri e gli amministratori locali.

L’Ifel, la Fondazione Anci per la finanza locale che ha elaborato i numeri citati all'inizio, ha presentato ieri la piattaforma Easy, creata in alleanza con ministero dell’Economia e Viminale per accompagnare tutte le fasi del ciclo degli investimenti, nel Pnrr e non solo. Filosofia e meccanismi sono paralleli a quelli che ispirano Capacity Italy, il progetto lanciato da Funzione pubblica, Mef e Affari regionali con Cdp, Invitalia e Mediocredito centrale.

Anche nel caso di Easy la piattaforma unisce informazione (modelli standard, schemi di atti, casi reali d’investimento già realizzati da usare come esempi, informazioni sulle risorse e le regole, lezioni online) e aiuto su misura, sotto forma di risposta ai quesiti e di contatti diretti tramite call center. La particolarità è la sua nascita nel mondo delle amministrazioni locali, che anima l’obiettivo di creare alleanze fra enti. Perché da soli la sfida è impossibile.

I numeri che misurano l'impennata degli investimenti locali si spiegano infatti con due fattori.

Al tramonto delle regole del Patto di stabilità interno che nei fatti si erano tradotte in una compressione della spesa in conto capitale è seguito lo sviluppo dei trasferimenti diretti, sulla falsariga del «modello spagnolo» che si basa su un meccanismo semplice: fondi significativi ma divisi per un numero il più possibile ampio di enti, e collegamento a progetti circoscritti e cadenzati da scadenze rigide da rispettare per non perdere il finanziamento.

Modello di sicuro successo, ma non replicabile per i progetti del Pnrr che hanno dimensioni e orizzonti più vasti.