Appalti

Astaldi verso la proroga per il piano, si allarga il perimetro del concordato

di Simone Filippetti

Il velo sul futuro di Astaldi si alzerà probabilmente il prossimo anno. Il gruppo romano di costruzioni travolto dai debiti, che ha invocato la protezione del Tribunale con il concordato, potrà prendersi tutto il tempo necessario per il piano di salvataggio, presentandolo a metà febbraio invece che a metà dicembre come inizialmente ipotizzato. Nel frattempo si allarga la procedura concorsuale: nei giorni scorsi è stata ammessa al concordato anche la NBI, società bolognese controllata da Astaldi e specializzata in impiantistica attualmente impegnata nella nuova sede dell’Eni alla periferia di Milano.

A un mese circa dall’avvio del concordato, che ha congelato i creditori per dare tempo al costruttore per evitare il dissesto e cercare un salvataggio, emergono alcune indiscrezioni sulla possibile road map del secondo gruppo di costruzioni italiano (alle spalle del molto più grande Salini Impregilo). Astaldi, ora affiancata anche da tre commissari giudiziali nominati dal Tribunale, si sta muovendo su più piani. Primo, cercare nuova finanza: il gruppo romano ha di nuovo bussato alla porta di investitori (fondi specializzati in situazioni di crisi)per cercare, con l’aiuto di Rothschild, un prestito ponte da 150 milioni (nelle settimane scorse si era parlato di cifre più alte, 250 milioni) per tenere in piedi l’attività quotidiana (vale a dire i cantieri attualmente aperti). Legata alla nuova finanza, ci sarebbe anche un’ipotesi di cassa integrazione per gli operai dei cantieri e una parte di dirigenti. Il piano di risanamento e accordo coi creditori dovrà prevedere anche un taglio dei costi e il ricorso alla Cig può essere uno degli strumenti, anche se al momento l’ipotesi non ha trovato conferma.

Il piano sarà lo snodo cruciale perchè ha bisogno dell’ok dei creditori: senza il loro assenso, si aprirebbe la strada. La prima scadenza è metà dicembre, ossia 60 giorni dalla domanda di concordato, ma ora si starebbe ragionando sulla concessione di altri 60 giorni (a cui l’azienda ha diritto dietro richiesta). Schiacciata da 1 miliardo di debiti finanziari (ma che salgono a 2 considerando anche i fornitori), Astaldi è finita in concordato a metà ottobre: il Tribunale di Roma ha nominato i tre professionisti Stefano Ambrosini, Vincenzo Ioffredi e Francesco Rocchi che supervisionano l’operato del cda (rimasto in carica). In ogni caso, il patron Paolo Astaldi sta cercando di portare avanti il disegno di coinvolgere il gruppo giapponese IHI e vendere la concessione del Ponte sul Bosforo a Istanbul (forte anche della ripresa della Lira Turca dopo sbandamento di agosto). La concessione di più tempo è vista di buon occhio anche dalle banche creditrici, che hanno scelto come loro interlocutore unico con Astaldi l’advisor Leonardo&Co., consente al patron di poter trovare la quadra. Sullo sfondo, il mercato guarda a Salini Impregilo, il colosso internazionale delle grandi opere che si era fatta avanti per l’azienda. Nelle ultime settimane, però, l’interesse sembra venuto meno.

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