Appalti

Subappalti, anomalie, massimo ribasso. Ecco le modifiche più richieste al codice

di Massimo Frontera

Aggiudicazione al massimo ribasso, subappalto, soglia di anomalia e affidamenti sottosoglia. Sono questi i temi più gettonati dagli “stakeholders” nella consultazione pubblica sul codice appalti realizzata tra l’8 agosto e il 10 settembre. Gli oltre 1.900 contributi pervenuti sono stati elaborati dal Mit che ne ha dato conto in un report . Va subito detto che si tratta di un report puramente statistico, nel senso che il documento analizza le varie proposte e «criticità» da un punto esclusivamente quantitativo, deludendo le aspettative di chi si aspettava un’analisi più contenutistica e qualitativa.

Le indicazioni vanno pertanto lette tra le righe o - per meglio dire - tra i numeri. Uno dei temi più ricorrenti è per esempio quello del massimo ribasso (articolo 95, commi 4 e 5), che ha raccolto più di una segnalazione su dieci. La maggioranza ha chiesto al Mit di modificare la norma (62%) mentre circa un terzo delle proposte è per cancellarla (31%). Impossibile poter dire di più. Peraltro, la scheda è accompagnata da una sibillina glossa del Mit per segnalare che «tuttavia gli interventi vertono sull’offerta economicamente più vantaggiosa».

C’è anche una rilevante quota di proposte (7,3% del totale) per intervenire sui criteri che determinano la soglia di anomalia nelle gare, e in particolare il criterio di calcolo per determinarla in relazione alle offerte presentate. La pressoché totalità delle richieste è per mantenere il meccanismo ma apportando modifiche.

Ancora più successo, per così dire, ha avuto il subappalto, che ha riguardato l’8,4% delle proposte inviate al Mit. I temi caldi, segnala il Mit, hanno riguardato, i limiti al subappalto, sia in riferimento alla quantità che alla categoria di lavori, servizi o forniture. Le proposte, aggiunge il report, hanno riguardato anche l’indicazione della terna dei subappaltatori in sede di offerta, i limiti di affidamento del subappalto «anche con riferimento alle imprese che abbiano partecipato infruttuosamente alla stessa gara», il pagamento diretto e « la rilevanza, ai fini della qualificazione dell'appaltatore, di una quota dei lavori, servizi e forniture affidati in subappalto». Tra le poche indicazioni chiare segnalate dal report c’è la richiesta, a larga maggioranza (54% degli interventi), di cancellare sia il limite al subappalto per le imprese che hanno partecipato alla stessa gara senza vincerla, sia l’indicazione della terna dei subappaltatori. In netta minoranza (7%) gli interessati a mantenere lo status quo. Il resto (39%) propone modifiche e/o integrazioni.

A proposito di abrogazioni, il tema che in assoluto ha raccolto più “haters” attiene al capitolo della trasparenza e riguarda in particolare la pubblicazione degli atti relativi alle procedure di affidamento sui diversi siti (art. 29, commi 1 e 2): l’89% delle proposte sono per cancellare la norma dal codice, l’11% per modificarla, nessuno ha chiesto di conservarla. Appena più moderati gli “abrogazionisti” intervenuti contro l’avvalimento e i meccanismi di sostituzione delle imprese ausiliarie che perdono i requisiti (settori speciali inclusi): il 76% delle proposte ne chiede l’eliminazione dal codice.


Sono state molto attenzionate anche le norme sugli affidamenti sottosoglia (art. 36), che hanno raccolto - nell’ambito dei “temi liberi” - l’8,1% delle proposte. Proposte che in larghissima maggioranza esprimono una richiesta di riforma normativa (87%) e solo in minima parte di cancellazione (10%).

E per finire un po’ di statistica complessiva. Il documento del Mit tiene conto di 1.908 contributi che sono stati inviati a partire dal 9 agosto ma che hanno visto un’impennata a ridosso della scadenza, con oltre la metà dei documenti (1.114 documenti) inviati negli ultimi cinque giorni, di cui ben 669 l’ultimo giorno. Il maggior numero di contributi (369) riguarda il capitolo collettaneo definito “altre tamatiche”, dove si trovano in prevalenza proposte sui contratti sottosoglia (art.35), criteri di aggiudicazione (art.95) e livelli di progettazione (art.23). La componente più propositiva degli “stakeholders” è quella delle imprese private, con una quota di partecipazione del 56,76% alla consultazione. Seguono le pubbliche amministrazioni (30,08%) e i liberi professionisti (12,74%).

Il documento finale del Mit sul codice appalti

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