Appalti

Dalla revisione prezzi alla qualificazione estesa ai servizi: la carica dei 370 emendamenti alla delega appalti

Tra le proposte condivise da più forze della maggioranza anche la revisione di accordi quadro e varianti e misure più stringenti per i pagamenti della Pa

di Mauro Salerno

Riparte al Senato dopo la pausa di un mese e mezzo legata alla sessione di Bilancio l'esame della legge delega per la riforma del codice degli appalti varato nel 2016. Si tratta di una delle riforme chiave previste dal Pnrr, anche se al momento è superata nei fatti dal monte di deroghe e scorciatoie normative varate da Governo proprio per accelerare gli investimenti finanziati con il piano europeo.

Nella prima riunione dell'anno della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama sono stati presentati gli emendamenti che saranno illustrati nella seduta della prossima settimana. In ballo ci sono oltre 370 proposte di correzione. Quelle condivise da una larga fetta dei partiti di maggioranza danno il senso della direzione che prenderà il testo e delle questioni più urgenti da affrontare.

Regolamenti attuativi separati per lavori e servizi/forniture
Uno dei punti chiave riguarda il ritorno a un regolamento attuativo vincolante sui principi dettati dal codice al posto della soft law dell'Anticorruzione. Su questo punto già all'epoca della ministra Paola De Micheli al vertice di porta Pia è stata messa a punto una bozza di provvedimento poi rimasta nel cassetto. Ora se ne torna a parlare con la legge delega. La novità è contenuta in un emendamento fotocopia presentato da Pd, Iv, Forza Italia, Fratelli d'Italia e esponenti del gruppo misto che punta all'approvazione di regolamenti attuativi separati per gli appalti di lavori e quelli di servizi e forniture. Proposte di correzione simili nella sostanza arrivano anche da Movimento Cinque Stelle e Lega.

Revisione prezzi e adeguamento prezzari
Un capitolo molto legato all'attualità dominata dalle notizie su caro-materiali e esplosione dei costi energetici è quello che riguarda gli emendamenti mirati a alleggerire il costo sopportato dalle imprese. Un emendamento firmato da Pd, Iv, Forza Italia e Misto punta innanzitutto a rendere più stringente l'obbligo di adeguamento dei prezzari regionali introducendo anche un'ipotesi di danno erariale per chi sfora i termini (primi due mesi dell'anno). L'emendamento stabilisce anche l'obbligo di utilizzo di prezzari aggiornati per stabilire l'importo «a pena di invalidità della procedura ad evidenza pubblica». Altra correzione di rilievo (Forza Italia, Pd, Misto) punta a introdurre la «previsione, nei settori ordinari e nei settori speciali, dell'obbligo di introdurre un meccanismo di revisione dei prezzi idoneo a garantire la sostenibilità dei contratti durante tutta la fase di esecuzione».

Qualificazione anche con i subappalti ed estesa ai servizi
Un altro pacchetto di emendamenti condiviso da più forze della maggioranza riguarda la qualificazione delle imprese. Al centro di una richiesta generale di rivedere e semplificare il meccanismo di accesso agli appalti, una prima novità (firmata praticamente da tutte le forze politiche) è relativa ai costruttori che potrebbero tornare a qualificarsi anche con «lavori eseguiti in via indiretta», dunque anche attraverso i subappalti. Un'altra mira a estendere il meccanismo di qualificazione anche alle imprese che operano nel settore dei servizi. La novità si applicherebbe agli appalti superiori a 40mila euro e viene incontro a una richiesta avanzata da molti anni dal Società di attestazione (Soa).

Accordi quadro, varianti, esecuzione del contratto
Un corposo capitolo di correzioni riguarda l'esecuzione dl contratto. Qui le modifiche condivise da ampie porzioni della maggioranza riguardano la necessità di rivedere la disciplina delle varianti (per sostituire quella molto complicata e di difficile interpretazione prevista dall'attuale codice) e più nel complesso di rivedere l'intero capitolo dedicato all'esecuzione del contratto «suddivisa per singole fasi di realizzazione del contratto, e improntata alle norme di cui al codice civile». Una citazione meritano anche le correzioni mirate a rivedere la disciplina degli accordi quadro «al fine di garantire un maggior equilibrio nei rapporti tra il committente e l'aggiudicatario, prevedendo, tra l'altro, un importo minimo di appalto immediatamente cantierabile», all'interno di un range di percentuali variabili, a secondo degli emendamenti. Diverse richieste di modifiche presentate dai partiti di maggioranza si concentrano poi sulla messa a regime del Collegio consultivo tecnico per risolvere le dispute in cantiere.

Crisi di impresa e pagamenti
Altre proposte condivise riguardano una disciplina più stringente per i pagamenti alle imprese, tale da arrivare sempre al pagamento entro 30 giorni con Sal più ravvicinati e contenuti entro 60 giorni. Altri emendamenti si concentrano sulla partecipazione alle gare delle imprese in crisi stabilendo che in caso di concordati l'accesso almercato degli appalti possa essere consentito solo a chi abbia presentato un «piano che preveda il soddisfacimento di ciascun creditore chirografario nella misura minima del 50 per cento» (Pd, Forza Italia, Iv, Misto).

Facilitazioni per le Pmi
Tante anche le proposte mirate a semplificare l'accesso agli appalti delle Pmi con paletti all'eccessivo accorpamento delle stazioni appaltanti e dell'accentramento dei lotti, e alla loro suddivisione «in lotti adeguati a garantire l'effettiva partecipazione da parte delle micro e piccole imprese e la tutela delle imprese del territorio di riferimento».

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