Personale

Regioni ed enti locali, ok dei comitati di settore all'atto d'indirizzo per il rinnovo del contratto di 430mila dipendenti

Con l'obiettivo di proseguire nel solco delle semplificazioni procedurali avviato nella tornata contrattuale 2016/2018

di Daniela Casciola

I comitati di settore Regioni-Sanità e Autonomie locali hanno approvato e trasmesso all'Aran l'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro per il personale non dirigente del comparto delle Funzioni locali per il triennio 2019/2021, interessando 430.000 dipendenti di Comuni, Province, Regioni e Camere di Commercio (si veda NT+ Enti locali & edilizia del 26 luglio).

«Il nuovo contratto non si limiterà alla distribuzione degli aumenti contrattuali, ma interverrà su alcuni ambiti strategici per il rafforzamento delle nostre organizzazioni e il potenziamento dell'azione amministrativa», hanno affermato Jacopo Massaro, presidente del Comitato di settore Autonomie locali e Davide Carlo Caparini, presidente del Comitato di settore Regioni - Sanità.

Innanzitutto la valorizzazione delle posizioni organizzative a cui sono conferiti incarichi che implicano maggiori responsabilità gestionali o livelli più elevati di autonomia e specializzazione professionale, bilanciata dalla possibilità di orientare il sistema di verifica degli obiettivi anche ai fini della permanenza nell'incarico.

L'atto di indirizzo chiede poi di proseguire nel percorso delle semplificazioni procedurali avviato nella tornata contrattuale 2016/2018. Semplificazione che deve interessare sia la disciplina delle progressioni economiche, per le quali si devono perseguire gli obiettivi di maggiore inclusività e scansione temporale dei passaggi nella vita lavorativa, ferma comunque la correlazione con la valutazione individuale, che le modalità di costituzione e utilizzo dei fondi per il salario accessorio, che sono ancora caratterizzati da tecnicismi eccessivi. Rispetto alla distribuzione del fondo, inoltre, i Comitati di settore chiedono di concentrare la contrattazione di secondo livello sulle risorse destinabili alla performance, alle premialità e alle progressioni economiche, rimettendo gli istituti indennitari alle scelte organizzative degli enti.

Il nuovo contratto dovrà infine affrontare la sfida dell'adeguamento degli istituti contrattuali interessati dalle nuove modalità lavorative a distanza, preservando comunque le competenze datoriali sulle materie relative all'organizzazione degli uffici, e promuovere la formazione come investimento organizzativo sulle competenze professionali e sulle abilità lavorative.

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