Urbanistica

Superbonus, piccoli errori nell'asseverazione sanati da una dichiarazione

Nuove indicazioni dell'Enea su come gestire le sviste nei documenti trasmessi. In caso di informazioni sostanziali va annullato il protocollo e ritrasmesso

di Giuseppe Latour

Niente Pec all'Enea per i piccoli errori formali nelle asseverazioni relative al superbonus. Per queste imprecisioni è sufficiente preparare una dichiarazione di atto notorio, da trasmettere al beneficiario della detrazione e da conservare in caso di controlli futuri.Dice questo una nota pubblicata ieri sul portale dedicato alle detrazioni dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. Una nota che riguarda, nella pratica, molti casi: quelli più frequenti sono gli errori nell'indicazione dell'immobile sul quale si interviene, ad esempio scrivendo in modo scorretto il nome della strada o sbagliando il numero civico. Ancora, ci sono i casi di refusi nell'indicazione delle particelle catastali relative all'immobile oggetto del lavoro di ristrutturazione. Oppure, ancora, ci sono i refusi nell'indicazione del nome o del cognome del beneficiario. Purché, ovviamente, sia invece corretta la trascrizione del codice fiscale del beneficiario (che invece è fondamentale).Tutti questi elementi non incidono sulle parti sostanziali dell'asseverazione, che invece sono quelle relative ai contenuti tecnici e a quelli economici. Ad esempio, i valori di trasmittanza di una parete verticale sono essenziali per accedere alla detrazione, perché devono essere allineati a quanto stabilito dal decreto Requisiti: l'indicazione scorretta di questo valore incide sulla sostanza del documento.

Ma il discorso dei parametri tecnici si applica a tutti i lavori (sia trainanti che trainati) che andranno inseriti nelle asseverazioni.Tornando al documento Enea, questo parte da una circostanza pratica accaduta in questi mesi: molti tecnici inviano via posta elettronica certificata all'Agenzia correzioni relative ad asseverazioni trasmesse. Una procedura "fatta in casa", che per Enea non è ammissibile: «Comunichiamo - spiega la nota - che non è possibile correggere o integrare con messaggi via Pec le asseverazioni già trasmesse. A nulla valgono le Pec inviate con questa finalità, le quali non avranno risposta».Anziché passare dalla Pec, ogni informazione che «si ritenga necessario portare a conoscenza dell'Enea, in aggiunta a quanto già previsto nel modello ministeriale di asseverazione, dev'essere contenuta nel campo dedicato alle note nella stessa asseverazione».

Correzioni e integrazioni dell'asseverazione sono competenza del tecnico, che ha a disposizione per questo il portale Enea e non può delegare all'Agenzia la revisione dei documenti. In caso di errori sostanziali, allora, il tecnico «può annullare il protocollo, apportare le modifiche del caso ed eseguire una nuova trasmissione», dicono le indicazioni pubblicate ieri.Discorso diverso per i piccoli errori formali, come quelli descritti prima. «Qualora l'asseveratore ritenga che per correzioni di piccola entità, che comunque non devono riguardare le somme dichiarate, sia sufficiente redigere una dichiarazione sostitutiva d'atto di notorietà, si ribadisce che tale dichiarazione non va trasmessa all'Enea». L'asseveratore la fornirà ai beneficiari della detrazione fiscale e la conserverà «per esibirla su richiesta».Anche in questi casi, comunque, sarà sempre possibile annullare l'asseverazione (a meno che non sia stata già creata un'asseverazione per il Sal successivo), con il tasto "Annulla protocollo", cancellando così il codice già generato. Il codice Asid annullato (che è quello da usare per la cessione del credito e lo sconto in fattura) sarà, poi, inserito come riferimento nell'asseverazione successiva.

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