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Boom dei prezzi alla produzione, per il cemento bollette decuplicate e costi alle stelle

Callieri (Federbeton): «Si considerano prime sospensioni, allarme per le ricadute sui cantieri»

di C.Cas

«Di fronte ai costi insostenibili che la nostra industria si trova ad affrontare, alcune aziende iniziano a considerare la strada della sospensione della produzione». Se a dirlo è il Presidente di Federbeton, Roberto Callieri, questo genera un allarme sulle ricadute sui cantieri. La sospensione, che è già in atto in alcuni impianti, ha infatti «ripercussioni sull’occupazione e sull’intera catena delle costruzioni di cui la nostra industria è il primo anello», aggiunge. Per le aziende del cemento, gli ultimi mesi sono stati segnati dall’inarrestabile moltiplicarsi dei costi di produzione. A incidere, più che la materia prima che si ricava dalle cave, sono estrazione e lavorazione, processi molto energivori.

Sull’energia termica, da Federbeton spiegano che il prezzo del petcoke è più che triplicato nei primi mesi del 2022. A questo si deve aggiungere il valore dei diritti di emissione di CO2, anche questi più che triplicati. Il costo che incide maggiormente sulla produzione, ben oltre il 50%, però, è l’energia elettrica che è decuplicata. Per evitare che i cantieri dipendano da fornitori stranieri, Federbeton chiede un intervento strutturale del Governo, rinnovando i crediti di imposta sugli acquisti di elettricità, attuando in tempi brevi la Electricity Release e sostenendo gli investimenti per la cattura della CO2.

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