Fisco e contabilità

Concorrenza in salita sui servizi locali: meno vincoli per l’in-house

Riprende il confronto governo-partiti. Verso lo stop agli obblighi di motivazione anticipata e trasmissione all’Antitrust in caso di auto-produzione

di Carmine Fotina

Stabilito con estrema fatica il metodo, ora c’è il test complicatissimo dei contenuti. Dopo la decisione concordata da governo e maggioranza di dare la possibilità sia al Senato sia alla Camera di modificare il disegno di legge per la concorrenza, in questi giorni riprendono gli incontri tematici tra il presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, i relatori (Stefano Collina del Pd e Paolo Ripamonti della Lega) e il viceministro per lo Sviluppo economico Gilberto Pichetto, che segue il provvedimento per conto del governo. Le pre-intese dovrebbero servire per andare poi al voto in commissione senza rischiare scivoloni.

Servizi pubblici locali

Oltre alle concessioni per i balneari, uno dei punti più delicati è l’articolo 6 che prevede una delega al governo per il riassetto dei servizi pubblici locali, dall’acqua ai rifiuti. In una riunione nelle settimane scorse è emersa una proposta di riformulazione dell’esecutivo ritenuta necessaria per mediare di fronte alla volontà demolitoria di gran parte della maggioranza. Si tratta di una versione su cui si attendono ulteriori modifiche, anche se la sostanza ha buone chance di essere confermata. La principale novità sarebbe l’eliminazione dai criteri direttivi della delega dell’obbligo per gli enti locali, nel caso di affidamenti sopra soglia di rilevanza comunitaria, di predisporre in anticipo una motivazione per la scelta o la conferma del modello dell’autoproduzione (la cosiddetta gestione “in-house” del servizio). Resterebbe in piedi solo la motivazione «qualificata», ma ex post evidentemente. Non è tutto. Si va anche verso lo stralcio dell’obbligo di trasmettere all’Antitrust «tempestivamente la decisione motivata» di ricorrere all’in-house. Sembra evidente però che senza controllo del garante della concorrenza la motivazione rischia di restare un mero esercizio stilistico. A indebolire ancora di più la norma potrebbe poi concorrere l’eliminazione dai criteri anche della previsione, nel caso di ricorso all’in-house, di un monitoraggio dei costi «ai fini del mantenimento degli equilibri di finanza pubblica e della tutela della concorrenza».

Idroelettrico

La Lega vuole preservare per le concessioni idroelettriche l’attuale sistema basato sulle gare delle Regioni. Di fronte ai dubbi degli attuali concessionari per la mancata reciprocità con altri paesi europei, che non hanno previsto gare, una parte della maggioranza, Pd in testa, frena. Un compromesso abbastanza maturo prevede che le Regioni privilegino l’affidamento sulla base del project financing e in questo modo i concessionari uscenti, se la manifestazione di interesse porta all’offerta di nuovi candidati, potranno pareggiarla ed esercitare un’opzione per mantenere la concessione. Inoltre le procedure di assegnazione verrebbero rinviate di un anno rispetto all’attuale termine ultimo di fine 2022. Per mandarla in porto, però, il Pd chiede di integrare l’intesa con una clausola di sicurezza, che non dovrebbe essere comunque il vero e proprio “golden power”, che tuteli gli invasi strategici da eventuali investimenti speculativi di operatori extra-Ue.

Farmaci

Strada in discesa sul “patent linkage” nel settore dei farmaci. La correzione allo studio prevede che i produttori di farmaci equivalenti possano presentare all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) la domanda per la classificazione ai fini della rimborsabilità prima della scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare del farmaco originatore ma con la specifica che il rimborso può scattare solo a decorrere dalla scadenza dei titoli sul principio attivo.

Taxi

In commissione Industria dovrà emergere anche un compromesso sulle concessioni balneari mentre è rinviata alla Camera la battaglia sulla riforma dei taxi, oggetto di un cospicuo numero di emendamenti che propongono lo stralcio (FI, Lega, Leu, Fdi) o l’eliminazione dai criteri di delega di riferimenti all’assegnazione di nuove licenze (Pd). L’articolo 8 sul trasporto pubblico non di linea rientra tra gli 11 (su 32) che, nel vertice governo-maggioranza, si è deciso di lasciare all’esame della Camera che avrà l’arduo compito di approvare il Ddl in seconda lettura entro i primi dieci-quindici giorni di luglio.

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