Urbanistica

Il Pnrr parte da città e periferie: via a 159 progetti per 2,8 miliardi

Oggi in Conferenza Stato-Regioni-città previsto il sì al programma di Giovannini per la Qualità dell'abitare

di Giorgio Santilli

Pezzi di periferie da riqualificare, edifici pubblici da riconvertire, case popolari da ristrutturare, rigenerazione sociale e fisica di aree degradate, messa in sicurezza di quartieri, previsione di nuovi servizi urbani, di viabilità e accessibilità innovative, spazi pubblici da rilanciare, bonifiche, in alcuni casi anche interventi di riqualificazione di centri storici di città piccole e medie. Da Cuneo a Trapani, passando per le grandi metropoli premiate con numerosi progetti, Torino prima di tutte, ma anche Milano e Roma. E tanto Sud. Sempre in un'ottica di «sostenibilità e densificazione, senza nuovo consumo del suolo» secondo i modelli Ue della smart city. Decolla l'Italia della rigenerazione urbana, piccola e grande, decolla il piano per la qualità dell'abitare che finanzia investimenti con priorità alle periferie e ai quartieri di case popolari: il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, porta oggi alla conferenza Stato-Regioni-Città il pacchetto dei 159 progetti prescelti in tutta Italia che si divideranno 2,8 miliardi di fondi del Pnrr e altri 21 milioni di residui di fondi nazionali. Il via libera al decreto di ripartizione dei fondi dovrebbe arrivare senza problemi, forte di un lavoro di coordinamento che dura da tempo.

Il Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare), inventato dall'ex ministra Paola De Micheli, è diventato con Giovannini il primo piano complesso del Recovery Plan che può effettivamente partire con l'assegnazione delle risorse, avendo già una dettagliata ripartizione sul territorio, Regione per Regione, comune per comune. Un modello virtuoso di collaborazione fra ministero, Regioni e Comuni che ha sfruttato al meglio proprio il fatto che il piano e il meccanismo di selezione dei progetti era partito prima dell'approvazione del Pnrr ed è salito sull'autobus dei fondi europei proprio in virtù delle procedure adottate a monte. Il Pnrr gli ha dato tempi più stringenti e anche un obiettivo quantificabile in 10mila alloggi (fra nuovi e riqualificati) e 800mila metri quadrati di spazi pubblici riconvertiti o riqualificati.C'è stata una vera gara fra le 290 proposte presentate da tutta Italia nel 2020 per un valore di 4.595 milioni e valutate da una «alta commissione» che ne ha ammesse 271 per una richiesta di finanziamento di 4.266 milioni, fra cui otto progetti piloti «ad alto rendimento» per 655 milioni riservati ai comuni maggiori e a forme di sperimentazione più complessa.

Un caso di scuola di programmazione territoriale che tiene conto di una serie di vincoli e parametri finanziari (la quota vincolata per il Sud, per esempio, o l'inserimento di almeno una proposta per ogni regione) ma che premia anche il merito, favorendo progettazioni di qualità. Non a caso si sono cimentati studi professionali di fama nazionale e internazionale, come Carlo Ratti, Andreas Kipar, Ipostudio, Alfonso Femia.La graduatoria e l'elenco finale dei progetti ammessi dovrà superare ora un'ultima prova, proprio per effetto dell'inserimento in corsa di questo piano nel Pnrr. Inizialmente la data di completamento dei progetti seguiva la tempistica dei fondi nazionali previsti già dal 2020 (853,81 milioni) e finiva il 31 dicembre 2033. Ora il termine previsto per il completamento dei progetti è il 2026, allineato al termine del Pnrr. Quindi tutti i progetti dovranno essere completati a quella data.

I progetti che prevedevano un termine già in linea entrano automaticamente nel finanziamento, gli altri dovranno elaborare un nuovo cronoprogramma che rispetti il termine del 2026. I nuovi termini sono «obbligatori e vincolanti», pena l'esclusione, come prevede il decreto. La nuova tempistica va accettata, inoltre entro 15 giorni. Un'accelerazione che rientra a pieno nello spirito del Recovery e della spinta alla crescita.Un altro aggiornamento riguarda le modalità di progettazione degli interventi, che dovranno seguire le linee guida per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica approvate lo scorso luglio dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. In quelle linee guida, su indicazione del ministro Giovannini, si dà attenzione a tutti gli elementi di sostenibilità delle opere, compresa la sostenibilità ambientale.

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