Fisco e contabilità

Comuni in corsa contro i tempi di pagamento

L’anno scorso già da 44 a 37 i giorni per la liquidazione delle fatture commerciali

di Gianni Trovati

È letteralmente una corsa contro il tempo, o meglio contro i tempi. Che sta dando buoni risultati ma sembra aver bisogno ancora di una spinta in più.

I tempi da tagliare sono quelli medi impiegati per pagare le proprie fatture commerciali. I tempi da rispettare sono quelli dettati dal cronoprogramma del Pnrr, che chiede entro fine anno di riportare il calendario medio dei pagamenti entro i termini previsti dalle direttive europee: 30 giorni, 60 nella sanità, azzerando i ritardi registrati dall’indicatore elaborato sui dati della Piattaforma dei crediti commerciali.

In questa corsa gli enti locali sono in buona posizione. I dati censiti dal Mef, e presentati nel convegno nazionale Ancrel di Bologna in memoria di Antonino Borghi da Salvatore Bilardo, ispettore capo per la finanza delle Pa alla Ragioneria generale, disegnano per le amministrazioni locali un quadro confortante. Secondo le prime elaborazioni, nel 2022 Comuni, Province e Città metropolitane hanno saldato in media le loro fatture in 37 giorni, con un ritardo medio ponderato di un solo giorno (evidentemente grazie al fatto che a tagliare il traguardo della liquidazione prima dei 30 giorni sono stati importi mediamente più elevati). L’accelerazione è netta anche rispetto ai numeri definitivi del 2021 (41 giorni, 4 di ritardo ponderato), e si fa profonda se il confronto corre agli anni in cui è diventata strutturale la battaglia per accorciare le attese dei fornitori della Pa: nel 2015, sono sempre le rilevazioni Rgs a dirlo, gli enti locali impiegavano in media 70 giorni, e il ritardo ponderato si attestava a 38 giorni.

Gli ultimi bulloni della macchina normativa per la puntualità dei pagamenti sono stati stretti con la conversione in legge del decreto Pnrr-ter (articolo 4-bis del Dl 13/2023), che impone alle amministrazioni di collegare almeno il 30% della retribuzione di risultato dei dirigenti al rispetto dei tempi di pagamento delle fatture e affida ai revisori dei conti la verifica sul raggiungimento dell’obiettivo.

Resta da capire però se l’accelerazione registrata fra le amministrazioni locali sarà sufficiente a cancellare del tutto i ritardi nel dato medio come chiede il Pnrr (entro il 31 dicembre 2023), e soprattutto se l’allineamento coinvolgerà anche i settori più problematici dell’amministrazione centrale.

Per questa ragione non è impossibile che nelle proposte di revisione del Pnrr che il governo ha intenzione di presentare alla commissione europea prima dell’estate rientri anche la richiesta di ritoccare il calendario originale sul taglio dei tempi di pagamento.

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