Appalti

Acquisti pubblici, dal 2018 digitalizzate tutte le gare

Digitalizzare, a partire dal secondo semestre del 2018,la certificazione precompilata delle imprese per la partecipazione alle gare di beni e servizi di tutte le stazioni appaltanti. Con il risultato di porre fine alla lunga era delle certificazioni “pre” e “post” bandi. Un vero e proprio “passaporto” per le imprese che vogliono partecipare alle gare pubbliche. È questa solo una delle ricadute del progetto al quale sta lavorando l’ad di Consip, Cristiano Cannarsa, che si snoda lungo sei coordinate: digitalizzazione, compliance, tracciabilità, trasparenza, rigore e accesso agevolato al credito. Un piano che punta a segnare «un cambio di passo» nel “mondo Consip”, come sottolinea lo stesso Cannarsa, e a centrare già il prossimo anno obiettivi precisi: aumentare il numero delle gare «incrementando la produttività anche attraverso la velocizzazione dei tempi», ampliare ulteriormente l’offerta Consip «per rispondere alle esigenze della Pa e facendo crescere il perimetro “dell’intermediato”» (il flusso di spesa per forniture gestito direttamente con “strumenti” Consip come le convenzioni, gli accordi quadro o il Mepa, il mercato elettronico degli acquisti sotto soglia comunitaria, e anche le gare per l’Agenda Digitale) dai circa 9 miliardi stimati per il 2017 a oltre 10 miliardi nel 2018. Non solo. «Il Mepa deve diventare per le Pmi lo strumento di ingresso alla pubblica amministrazione», sostiene l’ad, che conta di far salire da 70mila a 300mila le piccole e medie imprese che accedono al mercato digitale di Consip.

La rivoluzione digitale
Al timone dalla fine del giugno scorso dell’azienda controllata dal Mef dopo gli “scossoni” giudiziari dei primi sei mesi dello scorso anno, Cannarsa afferma che la rivoluzione digitale alla quale sta lavorando «può segnare un profondo cambiamento nel mondo degli appalti pubblici». Anche perché, fa notare l’ad, «gli eventi che sono accaduti lo scorso anno hanno anche creato una reazione d’orgoglio dell’azienda, che rigetta completamente le etichette che le sono state affibbiate e vuole dimostrare in modo definitivo di essere estranea e vittima dei fenomeni in cui si è trovata coinvolta».

Non a caso dal momento in cui si è insediato, il Cda attualmente in carica sta lavorando in piena sintonia con Anac e Antitrust «incrementando il livello di accuratezza delle istruttorie relative alle nuove iniziative di gara». E un altro tema su cui l’azienda sta concentrando gli sforzi è quello del conflitto d’interessi. «Noi vogliamo che i presìdi sul tema del conflitto d’interesse – evidenzia Cannarsa – siano sempre più forti ed efficaci. Abbiamo un nuovo organismo di vigilanza e con le strutture interne responsabili ai fini anticorruzione stiamo intensificando l’attività non solo di regolamentazione interna di questi fenomeni ma anche di controllo».

Cannarsa, insomma, in piena intesa con il Mef prova a imprimere un cambio di passo a tutto tondo, che «vuol dire più gare, più trasparenza e meno contenzioso». Attualmente i ricorsi stanno bloccando quasi 3 miliardi di contratti di fornitura. «Bisogna far lavorare le imprese sulle gare non sui ricorsi», dice l’ad sottolineando che «le aziende devono ambire a diventare fornitori dello Stato in un sistema dove vengono premiati il merito, la qualità, la puntualità, la trasparenza e il rigore».

Il perno del progetto
Il perno del progetto che sta sviluppando Consip è l’estensione a tutto campo del processo di digitalizzazione su cui l’azienda controllata dal Mef sta lavorando insieme a Agenzia delle Entrate e Inps. Con tutta probabilità sarà necessario anche un passaggio normativo, ma l’operazione è già congegnata e scatterà in due fasi: la prima per il Mepa e la fase due per gli acquisti sopra soglia. Cannarsa è intenzionato ad agire sulle certificazioni e sulle abilitazioni delle imprese. Con la digitalizzazione sarà trasformata l’offerta amministrativa (la cosiddetta “busta A”) che dovrà tradursi in un passaporto per le imprese. Il tutto nell’ottica della compliance.

«Siamo nell’ambito del Mef in cui convergono la maggior parte dei dati dei cittadini e soprattutto delle imprese, il nostro obiettivo è fare in modo che questi dati possono essere utilizzati per creare una certificazione per le aziende che intendono diventare fornitori della Pa», dice Cannarsa, che aggiunge: «L’essere certificato dalla pubblica amministrazione, e quindi essere in regola sotto i profili fiscale, contributivo e giudiziario, deve essere riconosciuto anche dal sistema credito». Un riconoscimento, quello delle banche, che dovrebbe facilitare l’accesso al credito delle imprese, a cominciare dalle Pmi. Naturalmente Consip manterrà la sua mission di soggetto strategico nell’ambito del processo di revisione della spesa pubblica. Nel 2017 i risparmi sui prezzi di acquisto si aggirano attorno ai 3 miliardi con una spesa presidiata con il modello Consip di oltre 47 miliardi sui 90 miliardi complessivi, contro i 39 miliardi del 2016. Anche nel 2017 il target dei risparmi non si dovrebbe abbassare e potrebbe forse salire. Su questo versante, sostiene Cannarsa, «la mission di Consip deve andare ad evolvere anche in ragione delle altre centrali di committenza con le quali occorre lavorare sempre più di squadra».

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