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Giubileo 2025, l'allarme dei costruttori: «Serve un'unica regia tecnica»

I timori di Ance Roma-Acer su tempi e gare. Oggi, 23 maggio, atteso il nuovo Dpcm con le opere

di Manuela Perrone

È atteso per oggi, 23 maggio, alla nuova cabina di regia sul Giubileo 2025 convocata alle 19 a Palazzo Chigi, l'annuncio del secondo decreto del presidente del Consiglio che contiene la mappa aggiornata di tutte le opere previste nella Capitale: 184 in tutto, comprese le 87 «essenziali e indifferibili" già contenute nel primo Dpcm, per un totale di 2,9 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 500 milioni per gli oltre 300 interventi del progetto Pnrr Caput Mundi. Completato il quadro formale, scatta dunque la corsa per aprire i cantieri. «Inutile negare che i tempi sono strettissimi», dice al Sole 24 Ore l'ingegner Antonio Ciucci, presidente di Ance Roma-Acer. «Siamo a fine maggio e sono in svolgimento o in aggiudicazione le gare di progettazione. Secondo il cronoprogramma, quelle per i lavori cominceranno tra giugno e settembre. Anche ipotizzando che vada tutto secondo i piani, senza imprevisti e senza ritardi, ci saranno riflessi sulla viabilità e sulla città in generale. A nostro avviso è assolutamente necessario affiancare alla cabina di regia che già assicura il coordinamento politico una struttura che garantisca un coordinamento tecnico-manageriale di alto livello. La società Giubileo 2025, opportunamente rafforzata con competenze di professionisti e società di progettazione, potrebbe rappresentare la soluzione».

Giubileo 2025 Spa è nata a supporto del commissario straordinario di governo (il sindaco Roberto Gualtieri) per la rendicontazione dei lavori e delle risorse, ed è anche soggetto attuatore per 25 interventi, tra cui quelli relativi alla sistemazione delle vie d'acqua a partire dal Tevere, e stazione appaltante per altri 29. Per i costruttori, avrebbe il profilo giusto per essere incaricata del compito di coordinare non solo i finanziamenti, ma anche le gare e l'esecuzione dei lavori. Giovedì scorso - incontrando l'amministratore delegato della Spa, Marco Sangiorgio, il responsabile project management Alessandro Flaccovio e la responsabile acquisti e appalti, Adriana Palmigiano - Ciucci e la vicepresidente Acer alle opere pubbliche, Francesca De Sanctis, hanno avanzato la proposta. «Anche alla luce del piano gare che ci è stato illustrato - spiega Ciucci - sarebbe molto utile dotarsi di un modello di coordinamento virtuoso, in grado di coadiuvare l'amministrazione pure per il Pnrr e per gli altri futuri interventi nella Capitale come, si spera, quelli per Expo 2030».Bene, per il presidente Acer, le semplificazioni adottate con il decreto Pnrr-3 per la fase a monte delle opere. Ma sulla scelta di procedere con la procedura negoziata Ciucci avverte: «Potrebbe essere una spada di Damocle, perché dopo dodici anni di disinvestimenti nel nostro settore, adesso siamo a rischio saturazione e soffriamo anche la difficoltà di trovare tecnici, che le imprese si contendono tra di loro e con le stazioni appaltanti. Molte potrebbero non rispondere.

Per questo noi chiediamo di utilizzare per i contratti sotto soglia la procedura aperta con inversione procedimentale, che risulta la più veloce. Sopra soglia, dove varrà l'offerta economicamente più vantaggiosa, proponiamo di ricorrere sì alla negoziata, ma previo bando di manifestazione d'interesse. Così potranno rispondere le imprese motivate, libere anche di raggrupparsi. Per noi questa è la strada più giusta, che abbiamo suggerito a tutti, anche all'Anas. Spero che sul sottovia di piazza Pia, l'opera più complessa, ci seguirà».Nonostante le criticità, l'ottimismo prevale. «Gli interventi sono diluiti su tutte le fasce», afferma Ciucci. «Avremo centinaia di imprese al lavoro e moltissime opportunità anche per quelle piccole e medie, il tessuto che Acer rappresenta. Per Roma è un'occasione di sviluppo formidabile».

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