Urbanistica

Attestazioni falsificate per il superbonus: a Treviso frode da 24 milioni

Oltre 500 contratti per lavori edili mai compiuti in Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia

di Ivan Cimarrusti

Oltre 500 contratti per lavori edili mai compiuti in Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Un «sistema» che si sarebbe avvalso delle false attestazioni di un ingegnere, permettendo a un consorzio trevigiano di costituire 24 milioni di euro di crediti d’imposta falsi per superbonus 110%.

L’inchiesta dei pm di Treviso ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone, accusate di truffa aggravata ai danni dello Stato. L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di 8,2 milioni di euro: si tratta di crediti d’imposta ancora presenti nei cassetti fiscali, di disponibilità finanziarie e di un immobile, tutti riconducibili al consorzio e ai tre responsabili della frode.

I pm hanno ricostruito l’andamento dell’ente, costituito nella fase più acuta dell’emergenza Covid, scoprendo una rete di contratti sottoscritti in tre regioni ma senza che fossero eseguiti i lavori. Secondo gli inquirenti, il tutto sarebbe stato reso possibile grazie all’intervento di un ingegnere, con funzione di attestatore, che avrebbe dichiarato il falso, permettendo al Consorzio di trasmettere all’Enea la documentazione che certificava l’avvenuta esecuzione di lavori sottoposti all’agevolazione, ma in realtà mai avvenuta. Non solo. Alcuni committenti, dopo aver receduto dal contratto a causa del mancato rispetto dei termini stabiliti, hanno scoperto di aver maturato e ceduto al consorzio, «a loro insaputa», i crediti correlati ai lavori edili mai avviati.

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