Urbanistica

Dalla Galleria a via Toledo, riparte il mattone di Napoli

Comune e Invimit hanno firmato ieri il piano di valorizzazione degli immobili

di Gianni Trovati

L’impresa per il risanamento di Napoli fissato nel Patto fra il premier Draghi e il sindaco Manfredi parte dal mattone. Comune e Invimit hanno firmato ieri il piano di valorizzazione e avviato il trasferimento alla sgr del Tesoro della prima tranche: si tratta di 600 immobili, per un valore intorno ai 30 milioni di euro.

La sfida è di trasformare il patrimonio di Palazzo San Giacomo da peso a ossigeno per i disastrati conti napoletani. L’alleanza con Invimit prova ad applicare anche in riva al Golfo una strategia che ha già conosciuto risultati importanti nel mattone di Stato. Anche qui si punta sugli immobili di pregio che fin qui hanno sonnecchiato in una gestione non esattamente ossessionata dai ritorni economici. Nella prima tranche entrano per esempio la Galleria Principe di Napoli, Palazzo Cavalcanti a via Toledo e altri pezzi nobili.

Gli immobili saranno conferiti al «comparto Napoli» del fondo I3 Sviluppo Italia, che dopo la conclusione del primo apporto entro l’anno vedrà le prossime tranche a settembre 2023 e aprile 2024. «Facciamo come i compagni di cordata quando si affronta una salita ripida, l’uno forte del sostegno dell’altro», dice Giovanna Della Posta, ad di Invimit, affiancata dal sindaco Manfredi che vede nell’intesa lo strumento per «mettere a reddito» il mattone migliore «con locazioni, condivisioni o soluzioni con imprenditori disposti a garantire la manutenzione»; e, soprattutto, per archiviare la lunga stagione degli insuccessi del risanamento napoletano.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©