Appalti

Integra/2. Il presidente Vincenzo Onorato: «Mercato ancora ai minimi, rivedere il Codice appalti»

di Alessandro Arona

«L'entrata in vigore istantanea del Codice appalti, lo ha riconosciuto anche Cantone, è stato un grave errore, che ha bloccato il mercato prima ancora che potesse riprendersi, dopo aver perso in dieci anni la metà del suo valore. Va bene l'addio al massimo ribasso, ma non ha senso l'Oepv con la gara sull'esecutivo, bisogna reintrodurre l'appalto integrato. Bene la qualificazione delle stazioni appaltanti, ma facciamo il decreto, e diamo comunque tempo alle Pa di adeguarsi. E poi riduciamo la burocrazia e le complicazioni: basta i deliri nelle norme sul subappalto, basta la confusione sulle Linee guida Anac (torniamo al regolamento), basta con le misure relative ai sequestri preventivi» (introdotte dal Codice antimafia, ndr).

Vincenzo Onorato, presidente di Integra, napoletano, primo non emiliano alla guida del colosso delle cooperative dell'edilizia (è stato presidente anche di Ccc), esprime posizione sul Codice appalti sostanzialmente in linea con quelle dell'Ance, di cui pure fa parte come vice-presidente del Comitato grandi opere, pur aderendo ovviamente Integra alla Lega delle Cooperative.

Secondo l'Osservatorio di Integra sugli appalti pubblici di lavori (escluse concessioni e project financing ed esclusi gli affidamenti di Rfi riservati alle imprese del suo albo fornitori) il mercato è passato da 23 miliardi di euro messi a gara nel 2008 ai 10,5 miliardi del 2016, pari a un calo del 54,6%. Nel 2017 si è registrata una ripresa del 20,2%, da 10,5 a 12,7 miliardi, ma siamo ancora a -45% rispetto a dieci anni fa.
«In questo quadro - osserva Integra - l'adozione pressoché istantanea di alcune misure contenute nel Codice ha avuto e sta avendo un rilevante impatto negativo sul mercato danneggiando ulteriormente un settore già fortemente provato dalla crisi. Una "soglia minima di ripresa" potrebbe essere rappresentata dal raggiungimento di volumi intorno
ai 15 miliardi di euro (-35% rispetto al 2008), dato già superato nel 2014 (17,2 miliardi) per l'effetto "accelerazione" dei progetti finanziati con i fondi FESR dovuto alla scadenza della pluriennalità 2007-2013».

«Lo stesso Cantone - dice Onorato - ha definito "scellerata" l'adozione istantanea del Codice appalti, il 18 aprile 2016. Serve gradualità, altrimenti l'effetto, come è avvenuto, diventa l'opposto di quello voluto».

«La limitazione del massimo ribasso - entra nel merito il presidente di Integra - è sacrosanta, è una battaglia di civiltà, anche perché in Italia una valutazione seria delle anomalie delle offerte è impossibile, per le regole sulla responsabilità erariale dei singoli funzionari della Pa (nessun si prende la responsabilità di escludere, e spesso non hanno gli strumenti per valutare le offerte anomale). Ma l'assurdità è aver affiancato l'offerta economicamente più vantaggiosa al progetto esecutivo. Su cosa si fa l'Oepv? O si fa il massimo ribasso mascherato, perché si chiedono di fatto incrementi prestazioni camuffati da qualità; oppure si introducono criteri "intangibili", dove l'obiettività è nulla, e allora altro che anticorruzione. L'appalto integratio va dunque riammesso, senza limiti; è un valore aggiunto, consente alle imprese di esprimere il loro know how e alle Pa di valorizzarlo e sceglierlo. Su lavori ripetitivi e semplici si può anche ammettere l'appalto sull'esecutivo, ma già i lavori nella sanità non dovrebbero secondo me rientrarci».

«La qualificazione delle stazioni appaltanti, poi - prosegue Onorato -: anche questo un obiettivo condivisibile, ma prima di tutto non è ancora arrivato il decreto, e poi ci vuole comunque gradualità, come si è fatto sul Bim».

«E poi - prosegue - bisogna ridurre la complicazione normativa e la burocrazia. La colpa non è dell'Anac, ma con le Linee guida si è creata uan Babele di norme che non si parlano tra loro, e non si capisce più cosa è prescrittivo e cosa no, cosa prevale e cosa no. Bisogna reintrodurre un regolamento, che faccia chiarezza. E poi la burocrazia! Quando sento che le imprese sono litigiose mi viene l'orticaria: prima di tutto il mercato si è dimezzato, ma soprattutto il Codice ha aumentato la comlicazione amministrativa, il 95% dei ricorsi sono sulla busta A, quella amministrativa. E poi bisogna eliminare i deliri sui subappalti, tra l'obbligo di indicare le terne e l'impedimento a poter utilizzare i certificati di regolare esecuzione dei lavori subappaltati: siamo responsabili anche del pagamento dei dipendenti dei subappaltatori e però non posso certificarmi per quello che ho subappaltato».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©