Imprese

Ance: Pnrr e 110% a rischio, all'edilizia mancano 265mila lavoratori

Buia: le imprese hanno già difficoltà gravissime a reperire la manodopera. Previsto il recupero delle 400mila unità di lavoro perse dal 2008 ma non si trova il 52% degli addetti alle finiture

di Giorgio Santilli

Grido di allarme dell’Ance sull’attuazione del Pnrr e sulle prospettive di sviluppo del settore privato trainato dal Superbonus. Il settore delle costruzioni non trova più la manodopera per far fronte ai lavori programmati. «I primi effetti della forte ripresa dell’occupazione nel settore - dice il presidente dell’associazione dei costruttori, Gabriele Buia - sono già assolutamente evidenti con le imprese che segnalano fortissime difficoltà nel reperimento della manodopera a fronte di una domanda di lavoro in forte crescita. La situazione sta rapidamente diventando critica e sempre più lo sarà nei prossimi mesi».

Il centro studi dell’Ance stima per il 2022 un fabbisogno occupazionale aggiuntivo diretto nel settore di circa 170mila uità cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro. Le strozzature del mercato del lavoro sono già in atto: non si trovano il 52% degli addetti alle finiture e il 60% dei giovani operai specializzati richiesti.

«La prospettiva offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal Superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare - dice Buia - è quella di un ritorno, a medio termine, ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Ma i 400mila lavoratori che abbiamo perso nella crisi iniziata nel 2008, sono ormai usciti dal settore e tocchiamo già con mano la difficoltà di formarne di nuovi, ma anche di convincere le risorse oggi fuori del mercato a rientrare in cantiere: in molti casi preferiscono la strada del reddito di cittadinanza e il freno è dato anche dall’assenza di competenze».

L’Ance chiederà al governo un pacchetto di misure che favoriscano le assunzioni e la formazione di giovani per il lavoro. «Ho chiesto un incontro al ministro dell’Università - dice Buia - perché noi abbiamo bisogno di lauree professionalizzanti e anche di istituti tecnici superiori che siano profilati sulle esigenze delle imprese di costruzioni: ingegneri ambientali, certo, ma anche project manager». Per Buia la carenza di manodopera, sommata alle grandi difficoltà prodotte dal rincaro della materie prime e dalla carenza di alcuni prodotti intermedi (i ponteggi, per esempio) «rischiano di trasformare la grande opportunità di crescita in un collasso».

Un lavoro del Centro studi dell’associazione conferma la fotografia di grande difficoltà. «L’andamento del settore delle costruzioni nel corso della prima metà del 2021 - dice una nota del Centro studi - sembra confermare la stima, elaborata all’inizio dell’anno, di una sensibile ripresa dei livelli di investimento, dopo più di un decennio di riduzioni importanti nella produzione del settore. La previsione elaborata dal Centro Studi Ance per il 2021 si basava su 11 miliardi di investimenti aggiuntivi nel settore delle costruzioni, che sono in grado di attivare, direttamente nel settore, 110mila occupati aggiuntivi, ed altri 60mila nei numerosi settori della filiera». Da qui la previsione di un rafforzamento della crescita e delle 265mila unità di lavoro aggiuntive previste per il 2022.

«Tali risultati - spiega la nota - sono coerenti con quanto emerge dalle informazioni del sistema delle casse edili. Tali dati indicano, nei primi cinque mesi del 2021, una crescita degli operai iscritti dell’11,5%. Se tale trend si confermerà nei prossimi mesi, la crescita sarà pari a 55mila operai in più rispetto al 2020».

Ma, spiega l’Ance, questa non è solo una previsione di crescita occupazionale, bensì anche l’indicazione di una carenza di figure professionali sul mercato. «La coerenza con la stima - continua la nota - emerge anche dalla lettura della recente indagine Excelsior-Unioncamere sulla domanda di lavoro espressa dalle imprese. Nel mese di luglio 2021 si prevedono circa 40mila assunzioni nel settore delle costruzioni, che salgono a quasi 85mila considerando l’intero trimestre luglio-settembre 2021. In un contesto così favorevole, il cui trend positivo dovrebbe proseguire nei prossimi mesi, le imprese stanno riscontrando notevoli difficoltà nel reperimento della manodopera necessaria a sostenere tale recupero, che, pertanto, rischia di essere seriamente compromesso».

Le costruzioni risultano uno tra i settori economici più in sofferenza: a luglio il 52,3% degli addetti specializzati nelle rifiniture è di difficile reperimento mentre la media per tutti i settori si attesta al 31%. Anche nel caso di operai e artigiani specializzati nel mantenimento di strutture edili, la percentuale è al 43,2%. Infine, per i giovani operai specializzati nelle costruzioni la difficoltà di reperimento raggiunge quasi il 60%».

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