Appalti

Decreto Genova: a Fincantieri la ricostruzione del ponte senza gara

Nel decreto legge su Genova in preperazione da parte del governo (forse già venerdì in Consiglio dei ministri) non ci sarà la revoca immediata unilaterale della concessione di Autostrade per l’Italia (proposta nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture): la procedura per la revoca, avviata dallo stesso Mit, il 16 agosto, farà il suo corso (almeno alcuni mesi) in base alle regole della convenzione vigente.
Nel decreto legge sarà invece istituita la figura di un nuovo commissario straordinario per la ricostruzione - che non sarà il presidente della Liguria Giovanni Toti - al quale il decreto assegnerà poteri speciali per derogare (con procedure super-accelerate) alle norme del Codice appalti su approvazione dei progetti e affidamento dei lavori. L’obiettivo del governo è arrivare a un affidamento diretto (o quasi, vedremo più avanti) a una cordata di imprese che comprenda Fincantieri.

Sulla ricostruzione del Ponte, però, all’interno dell’esecutivo la discussione è ancora aperta, e non ci sono ancora testi. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, appoggiato dal vice-premier Luigi Di Maio, propone di affidare tutti i compiti al nuovo commissario: ruolo di stazione appaltante e affidamento diretto di progetto e lavori, estromettendo del tutto Autostrade. La strada alternativa, a cui sta lavorando il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, punta invece a una soluzione consensuale con Autostrade, che ne salvi il ruolo formale di stazione appaltante, pur affidando progetti e lavori a gruppi in cui a decidere è lo Stato e Aspi avrebbe solo un ruolo secondario.
Questa seconda via, vicina alla “soluzione Toti” presentata venerdì scorso, rispetterebbe la convenzione vigente con Aspi (articolo 3 comma 1, «obbligo di riparazione tempestiva» a carico del concessionario) e otterrebbe l’impegno di Autostrade a pagare da subito tutti i costi. La soluzione Mit, invece, ricostruzione statale e pagamento da parte di Aspi, dovrebbe prevedere (a quanto apprende Il Sole 24 Ore) coperture finanziarie pubbliche nel decreto legge, per anticipare i soldi della ricostruzione (almeno 150-200 milioni di euro), in attesa di riaverli poi da Aspi dopo inevitabile contenzioso giudiziario.

«I lavori di ricostruzione del ponte – ha detto ieri mattina il Ministro Toninelli in audizione alla Camera – non possono essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare. Deve esserci il progetto, il sigillo dello Stato. E la ricostruzione va affidata a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche».
Più prudente il vice-premier Matteo Salvini a Porta a Porta: «Non si può essere tifosi del pubblico o del privato in un momento così grave. Bisogna ricostruire bene e il più velocemente possibile. Occorre un commissario che vada oltre la burocrazia. Il mio obiettivo è che sia il pubblico ad avere la regia, con fondi privati».

C’è anche un nodo giuridico: il Mit ha avuto ieri un primo via libera informale da Bruxelles alle deroghe al Codice, in considerazione della situazione eccezionale in cui si è venuta a trovare tutta Genova e la sua economia dopo il crollo del ponte. Ok dunque all’affidamento di progetto e lavori senza gara. Ma a quanto appreso da Radiocor non sarebbe possibile un affidamento diretto “secco”, una scelta a tavolino di Fincantieri, e sarebbe invece necessario - in base alle norme Ue sulla concorrenza - almeno invitare cinque imprese tra cui scegliere (pur con procedure rapide) l’appaltatore.

Sono invece parti consolidate del decreto legge (nelle bozze in circolazione) le norme per l’indennizzo statale a proprietari di case e imprese che hanno avuto immobili distrutti o danneggiati, rinvii ed esenzioni di obblighi fiscali e mutui, risorse per rilanciare il trasporto pubblico locale e la viabilità, misure accelerate per la logistica del porto, l’istituzione di una zona economica speciale (Zes) su Genova e il porto (procedure accelerate e sconti fiscali). E poi contributi una tantum in favore di micro, piccole e medie imprese per il riavvio delle attività, rimborso di danni diretti e indiretti sempre per le imprese, la creazione di una zona logistica semplificata, e infine di una Zona franca urbana (con esenzioni di imposte alle imprese con calo di fatturato di almeno il 25%).

E poi ancora, la costituzione di una nuova Agenzia pubblica per la sicurezza ferroviaria e anche stradale e autostradale, che assorbirà l’attuale Ansf (Agenzia sicurezza ferroviaria) e assumerebbe compiti di controllo e vigilanza sulla manutenzione e la sicurezza delle infrastrutture, con forti poteri di sanzione per i gestori di strade e ferrovie che non rispettino le sue disposizioni. L’obiettivo è arrivare presto a un monitoraggio quasi “in tempo reale” sullo stato della sicurezza e della manutenzione di strade, ponti, viadotti, ferrovie, anche tramite sensori da diffondere un po’ ovunque sulle reti, una sorta di banca dati su cui fondare un «Piano nazionale per l’adeguamento e sviluppo delle infrastrutture esistenti ai fini della sicurezza».

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