Progettazione

Rimodulati 7,3 miliardi di opere - Fuori Palermo-Catania e Ermts

A uscire è la Roma-Pescara, una delle tre diagonali ferroviarie del Centro

di Flavia Landolfi

Un pacchetto di opere uscirà ma il grosso sarà rimodulato, rivisto, ridimensionato e posticipato. E mentre la relazione semestrale sul Pnrr segnala che dei 39,7 miliardi assegnati al ministero delle Infrastrutture - e cioé il 20% dell’intero Piano - ne sono stati spesi solamente 4,7, pari al 12%, il ministro Salvini ha trasmesso le sue proposte di revisione per rimettere in pista i progetti incagliati e che rischiano di mancare gli obiettivi disperdendo risorse preziose.

Alcuni progetti sono drammaticamente in ritardo, altri poco appetitosi per il mercato: andranno rivisti, rimodulati nel tentativo di spostare le risorse su altri capitoli, sempre sulle infrastrutture però. Con il sottotitolo - ormai chiaro a tutti - che i fondi per le opere, ferrovie e annessi non si toccano. Nei progetti resteranno lì in capo al ministero e a Salvini.

La rimodulazione riguarderà progetti per 7,3 miliardi di euro su 40: 32,7 sono blindati, agganciati a investimenti che, chi più chi meno, marciano compatti verso le scadenze stabilite.

Sul capitolo Rfi l’esigenza è di ricalibrare 6,3 miliardi di euro ma l’intenzione, riferiscono al ministero, è di recuperarli all’interno della stessa tratta ferroviaria mantenendo inalterati per esempio gli interventi sul terzo valico dei Giovi e nodo di Genova. Al fotofinish si salva la Salerno-Reggio Calabria, data dai ben informati sul punto di saltare dal Piano. A uscire con certezza è la Roma-Pescara, una delle tre diagonali ferroviarie del Centro. Le risorse pari a 600 milioni saranno, dicono, reinvestiti nelle altre due, la Orte-Falconara e la Metaponto - Potenza, oltre al potenziamento di altre linee regionali.

Stessa musica per due lotti della Palermo-Catania (Caltanissetta - Lercara e Enna- Caltanissetta) del valore di 276 milioni che nel dossier inviato a Fitto sono stati stralciati. Il ministero - a quanto si apprende - ha proposto interventi per velocizzare la linea storica nello stesso territorio, così da migliorare quella esistente in attesa di realizzare l’alta velocità. Si interverrà con una rimodulazione anche sulla tratta ferroviaria Napoli-Bari: al ministero di sta valutando di evitare l’intervento su una tratta, per potenziarne altre sulla stessa direttrice dove però ci sarebbe più certezza di centrare l’obiettivo in linea con le indicazioni della Commissione europea.

Tra le uscite dal Piano c’è anche il depotenziamento dell’intervento di Enav per la digitalizzazione degli scali che vale circa 70 milioni. E il ridimensionamento del programma Ertms, il sistema europeo per la sicurezza ferroviaria: mancherebbero all’appello materie prime per 600 km di linea. Queste risorse, per circa 500 milioni, vengono dirottate su metropolitane e nodi ferroviari. Idem sulla ferrovia Liguria Alpi, con 4 miliardi che tornano in circolo. Sarà oggetto di rivisitazione anche l’elenco degli interventi di elettrificazione delle linee ferroviarie nel Mezzogiorno: qui in ballo ci sono 713 milioni e l’idea è quella di aggiornare la lista. Sul capitolo dell’idrogeno, da mesi oggetto più di dubbi che di certezze e finito nell’occhio del ciclone per via degli obiettivi fissati con Bruxelles, il dossier inviato a Fitto prevede di spostare risorse destinando gli sforzi al settore ferroviario.

In alternativa potrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di riformulare un nuovo bando posticipando la scadenza intermedia, andando così incontro alle richieste di alcune amministrazioni locali. Infine il settore idrico: su questo fronte Salvini ha chiesto a Fitto 1,1 miliardi per la riduzione delle perdite sulla rete idrica nazionale. A questi si aggiungono 360 milioni di euro in più per fare fronte agli extra costi sull’acquisto del materiale rotabile per il trasporto rapido di massa.

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