Urbanistica

Il Superbonus spinge anche le comunità di autoconsumo elettrico green

Verso il primo bilancio del condominio di Scandiano (Re) ideato da Art-Er con con Acer Re, Enel e Enea

di Mariagrazia Barletta

La produzione locale di energia da fonti rinnovabili come strumento per combattere la povertà energetica e favorire la transizione ecologica. Si aprono nuove sfide, e anche prospettive inedite, con le nuove opportunità innescate dalle comunità energetiche e dai gruppi di autoconsumo collettivo, grazie alle quali i cittadini possono associarsi per diventare produttori di energia. Una possibilità, nuova per l'Italia, su cui scommette anche il Pnrr che destina 2,2 miliardi, con l'obiettivo di arrivare a circa 2mila MW di nuova capacità di generazione elettrica e contribuire a una riduzione delle emissioni di gas serra stimata in circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. La sperimentazione in Italia, già avviata con l'anticipato e parziale recepimento della direttiva Red II (2018/2001), è destinata ad assumere una dimensione più significativa nell'immediato futuro (il recepimento va completato entro il 30 giugno 2021).

In Italia, una norma contenuta nel decreto milleproroghe del 2020 ha permesso di attivare schemi di autoconsumo collettivo e di avviare comunità di energia rinnovabile, seppure per configurazioni di piccola taglia (impianti fino a 200 KW e comunità connesse alla rete di bassa tensione attraverso la stessa cabina di trasformazione). La possibilità di scambiare energia prodotta da fonti rinnovabili diventa così possibile. Al milleproroghe hanno fatto seguito il modello di regolazione da applicare, poi le tariffe incentivanti del Mise e, infine, a dicembre 2020 il quadro regolatorio, seppure transitorio, si è chiuso con le regole tecniche del Gse. Le prime sperimentazioni in Italia sono già partite e qualcuna è stata anche conclusa.

L'esperienza in corso a Scandiano
A Scandiano (Reggio Emilia) si tenta di mettere a punto un modello replicabile, studiato su 48 abitazioni, di cui 20 di proprietà privata e 28 del Comune e gestite da Acer Reggio Emilia. Si tratta di un'iniziativa ideata e coordinata da Art-Er e cofinanziata da Regione Emilia-Romagna ed Enel X, che si avvale del supporto dei partner tecnici: Università di Bologna, Enea e la stessa Acer Reggio Emilia. Si scommette sull'autoconsumo collettivo, sulla riqualificazione energetica e sull'implementazione di servizi. Laddove «il 60 per cento delle famiglie ha un'Isee che non supera i 7.500 euro» si punta a contrastare la povertà energetica, spiega Marco Corradi, presidente di Acer Reggio Emilia. «La stragrande maggioranza degli anziani spende poco di riscaldamento in alloggi abbastanza energivori, vuol dire che sta al freddo», prosegue Corradi riferendosi agli inquilini degli stabili gestiti da Acer RE.

«Noi non abbiamo una morosità da affitto, abbiamo una morosità da bolletta energetica», precisa ancora il presidente. Ecco allora che dalla costituzione di gruppi di autoconsumo e dal superbonus (con cessione del credito) arriva una grande opportunità. Contenere i costi, ridurre i tempi di investimento e massimizzare i vantaggi sono gli elementi da calibrare per ottenere un modello replicabile. Sono previsti, riferisce ancora Corradi, «interventi di efficientamento, miglioramento antisismico, di manutenzione straordinaria, cui si aggiungono gli impianti per l'autoproduzione di energia elettrica e le colonnine per la ricarica dei veicoli». «I conti - aggiunge il presidente - li stiamo terminando, ma parliamo di un investimento complessivo di circa 2,8 milioni di euro. Ciascuna famiglia dovrà pagare grosso modo 5mila euro. Per la parte pubblica la quota è a carico del Comune».

Il modello
Nel condominio di Scandiano, Enel X ha installato meter di seconda generazione che permettono di raccogliere in tempo reale i dati di consumo. In questo modo, per le utenze private e per quelle condominiali, viene identificato il profilo di carico. I dati vengono ricevuti dal laboratorio cross-tec dell'Enea che ha messo a disposizione la sua infrastruttura informatica e studia scenari per la mobilità elettrica e l'utilizzo di pompe di calore. «Riceviamo diverse fonti di dati, da quelli derivanti dal servizio di lettura dei dati di consumo a quelli della centralina meteorologica, sulla base dei quali clusterizziamo gli utenti, individuando le caratteristiche dei diversi profili di carico dei partecipanti alla comunità», spiega Piero De Sabbata, responsabile del laboratorio Cross Technologies dell'Enea.

I dati rispecchiano le abitudini di ciascun utente, si tratta di capire qual è il mix delle diverse tipologie di consumatori per fare in modo che l'energia consumata nello stesso momento in cui viene prodotta dal fotovoltaico raggiunga il massimo livello possibile. I dati condurranno alla costruzione di un modello, ad elaborarlo è l'Università di Bologna. Il modello permetterà di valutare in modo ponderato eventuali investimenti da fare, avendo già ben chiaro quali saranno i relativi benefici. «Il modello, una volta tarato e messo a punto, sarà sicuramente di aiuto nel definire i criteri generali che ci consentano, in sede di costituzione di una comunità o di un gruppo di autoconsumo, di capire se questo ha possibilità di sostenersi oppure no e che tipo di investimenti sono sostenibili o necessari in quell'ambito. Perché è veramente un gioco di calibrazione e di ottimizzazione delle diverse grandezze e dei diversi parametri. Solo se il modello è veramente ben tarato ci consente di avere un ritorno», chiarisce ancora De Sabbata.

Configurazione virtuale
La configurazione è quella cosiddetta «virtuale», riferisce Antonluca Loteta, head of distributed energy & energy communities - innovability, referente del progetto Self User per Enel X. Significa che ogni utente è connesso alla rete pubblica tramite un proprio punto di consegna. «È una configurazione che permette l'installazione immediata della soluzione Enel X e non prevede interventi sulle utenze fisiche degli utenti, massimizzando i benefici per i clienti finali», spiega ancora l'ingegnere. «l'autoconsumo collettivo - prosegue - ha un ulteriore vantaggio: ogni singolo utente mantiene il suo diritto di utente finale, dunque sceglie il suo fornitore di energia elettrica, decide qual è la sua tariffa dell'energia elettrica e non deve accordarsi con gli altri condòmini. Tutto ciò rende il modello semplice e scalabile». È previsto che Enel X installi colonnine di ricarica, che tra l'altro sono incentivate nell'ambito delle comunità energetiche, in quanto l'energia da queste prelevate rientra nel computo dell'energia condivisa.

Gli incentivi
Sul fronte degli incentivi, c'è una grande differenza tra l'energia prodotta e consumata direttamente dalle utenze condominiali e quella ceduta in rete e consumata simultaneamente dalle utenze degli alloggi. È infatti soprattutto la seconda ad essere remunerata. In base all'attuale sistema di incentivazione per l'autoconsumo collettivo, il condominio di Scandiano beneficerebbe di circa 16 cent/KWh, di cui 10 cent/kWh rappresentano l'incentivo del Mise (che non si applica per la quota di potenza del fotovoltaico che beneficia del superbonus). In più l'energia prodotta e non autoconsumata può essere venduta a circa 5 cent/kWh. Per Scandiano, una proiezione precisa sul risparmio conseguibile attraverso l'incentivo per l'autoconsumo ancora non è disponibile.

«In questo momento stiamo facendo delle analisi sulla base dei primi dati di consumo, non abbiamo ancora analisi per la parte produzione, quindi parliamo di una valutazione», riferisce Francesco Paolo Ausiello, ingegnere e consulente per i progetti strategici di Art-Er. Al momento, i profili di produzione fotovoltaica sono dedotti dal database del Photovoltaic geographical information System. «Ora - prosegue Ausiello - stiamo registrando i consumi elettrici, installeremo un palo fotovoltaico che misura l'irraggiamento e cominceremo a registrare i relativi dati, appena sarà concluso l'iter - purtroppo burocraticamente complesso - del superbonus, avremo un'installazione imponente di 60 KW di fotovoltaico e 115 KWh di accumulo». Stando all'ultimo report emesso dal comitato tecnico di Self User «grazie anche all'accumulo elettrico, si arriverà ad avere un autoconsumo di 62.300 kWh ogni anno, pari ad un abbattimento di circa 30 tonnellate di CO2 emessa. Tale autoconsumo comporterà, inoltre, una riduzione di oltre il 60% dei consumi di energia elettrica da rete».

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