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Genova, prendono il via i lavori dela diga da 1,3 miliardi

Aponte (Msc): con la nuova infrastruttura la capacità del porto salirà a 4 milioni di container

di Raoul de Forcade

Sono partiti ieri, con una gettata di ghiaia sul fondo marino, dalla nave Maria Vittoria Z, ormeggiata 500 metri al largo del porto di Genova-Sampierdarena, i lavori per la realizzazione della nuova diga foranea. Un'opera da 1,35 miliardi complessivi che dovrebbe concludersi, per quanto riguarda la prima fase, entro novembre 2026 (i tempi sono dettati dal Pnrr) e che è accolta molto positivamente da Msc, prima compagnia al mondo nel settore del trasporto container, che nel porto di Genova gestisce, tra l'altro, il terminal di calata Bettolo, che trarrà giovamento dal progetto. «Per noi – ha detto Gianluigi Aponte, patron di Msc – questa infrastruttura è molto importante perché Genova al momento è ingolfata, non può crescere più di tanto. Noi abbiamo traffici in sviluppo, per attrarli bisogna aumentare la capacità e la nuova diga è l'unico modo per farlo.

La capacità dello scalo (che oggi è si 2,5 milioni di teu, ndr) potrà arrivare a 4 milioni di teu (container da 20 piedi, ndr). E nella sola Bettolo potremmo portare 2 milioni di teu, con navi grandi. La diga, peraltro, permetterà anche di fare transhipment, cosa che oggi non è possibile».I lavori dell'opera più complessa e mastodontica tra quelle finanziate grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza si sono aperti alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, del suo viceministro, Edoardo Rixi, dei vertici delle istituzioni genovesi e liguri (il sindaco, Marco Bucci, e il governatore, Giovanni Toti), del commissario per l'opera, Paolo Emilo Signorini (presidente anche dell'Autorità di sistema portuale di Genova e Savona), e di Pietro Salini, ad di Webuild, società che, in consorzio con Fincantieri Infrastructure, Fincosit e Sidra, ha vinto l'appalto (del valore di 850 milioni).Di fatto, la costruzione della diga è concepita di due tranche.

La fase A vale circa 950 milioni complessivi e serve a costruire il primo e più importante tratto dell'opera: 500 milioni arrivano dal Fondo complementare al Pnrr; circa 100 milioni dal ministero delle Infrastrutture; 300 milioni dall'Adsp, di cui 280 circa con un prestito Bei; 57 milioni dalla Regione Liguria. La fase B è ancora da appaltare.«Quest'opera – ha detto Salvini – contribuirà allo sviluppo del Paese. I critici dicono che mai è stata fatta prima una diga così; ma l'Italia è il Paese dove si osa, dove si crea con gli ingegneri migliori al mondo». In effetti, si tratta del più grande intervento mai realizzato per il potenziamento della portualità italiana, e fa parte del sistema integrato di interventi, in cui rientra anche il Terzo valico, che stanno ridisegnando l'accessibilità marittima, stradale e ferroviaria del porto di Genova e della Liguria.I lavori appena iniziati serviranno a realizzare, con la conclusione della fase A, 4,2 chilometri di barriera che già consentiranno l'ingresso delle grandi navi portacontainer di ultima generazione, superiori a 18mila teu di carico.

La fase B, prevede la costruzione di una seconda parte di murata, verso Ponente, che porterà la lunghezza della diga a 6,2 chilometri.Per realizzare il basamento dell'opera, che poggerà su fondali fino a una profondità di 50 metri, saranno impiegati sette milioni di tonnellate di materiale roccioso, su cui verranno posizionati 97 cassoni prefabbricati in cemento armato, larghi 35 metri, lunghi 67 metri e alti fino a 33 metri (come un palazzo di 10 piani).Questa infrastruttura marittima, spiegano i tecnici dell'Adsp, è studiata anche per proteggere i bacini e le strutture portuali dai cambiamenti climatici. E il materiale proveniente dalla demolizione della vecchia diga sarà quasi tutto riutilizzato, in un'ottica di economia circolare, riducendo gli impatti ambientali della costruzione. La costruzione dell'opera, dunque, permetterà l'accesso al porto, in sicurezza, anche alle moderne navi ultra large, che oggi subiscono limitazioni per il ridotto spazio di manovra.

Con la nuova diga, il porto avrà un bacino di evoluzione di 800 metri e sarà possibile differenziare il traffico merci da quello passeggeri e crocieristico. Questo, ha sottolineato Signorini, consentirà al porto di Genova di essere competitivo con i maggiori hub europei. Il presidente dell'Adsp stima che la nuova diga assicurerà una crescita progressiva annua dei traffici commerciali «tra il 22% e il 30% dal 2027 al 2030, anno in cui sarà ultimata anche la fase B». L'Adsp calcola in 4,2 miliardi il beneficio economico, in termini di maggiori introiti da traffico container, di diritti e tasse portuali. Mentre, sempre secondo Signorini, ammontano a un miliardo gli investimenti che potranno partire sulle banchine, da parte dei privati, grazie al traino dell'opera; la cui costruzione impiegherà, «circa mille persone e numerose imprese del territorio».

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