Imprese

Fondo salva opere (e imprese), ripartiti altri 12,3 milioni di aiuti a 76 «vittime» dei general contractor

In dirittura d'arrivo i ristori dei subappaltatori di Condotte, Cmc e Grandi Lavori Fincosit

di M.Fr.

È stato adottato il decreto direttoriale firmato dal direttore generale dell'edilizia statale del ministero delle Infrastrutture che assegna quasi 12,3 milioni di euro del fondo salva opere assegnadoli a 76 appalti i cui cantieri si sono fermati per difficoltà finanziarie. Si tratta del II riparto della misura nata per salvare molte situazioni critiche occorse a seguito di numerosi casi di insolvenza in cui si erano trovate imprese - anche molto note e strutturate - nelle fasi successive alla gara e con i lavori in corso. Situazioni di cui hanno fatto incolpevolmente le spese le imprese subappaltatrici. La misura è stata chiesta a gran voce e con urgenza dall'Ance quando ancora non era all'orizzonte il disastro causato dalla pandemia.

Il decreto - che porta il numero 5911 - è ora al vaglio della Corte dei Conti e, una volta superati i controlli, diventerà operativo. Le richieste arrivate al fondo risalgono a più di anno fa - al gennaio 2020 (in qualche caso al dicembre 2019) ma la procedura per l'accertamento del credito e la certificazione delle somme da parte della stazione appaltante ha richiesto - peraltro nel periodo coincidente anche con il lockdown - un tempo che nella maggioranza dei casi arriva a parecchi mesi. Alle varie e numerose imprese subappaltatrici, che ora vedono arrivare i ristori, corrisponde un numero ristretto di general contractor entrati in difficoltà. I nomi più ricorrenti sono quelli di Grandi Lavori Fincosit, Cmc e Condotte.

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