Urbanistica

Lettere di Banca Intesa ai clienti: la video asseverazione non blocca le pratiche

Necessario rafforzare i controlli per rendere il portafoglio crediti sempre più sicuro in vista delle recessioni

di Giuseppe Latour

Il rifiuto di realizzare l'asseverazione video, da parte del tecnico, non comporta il blocco automatico della procedura di cessione del credito. Anche se può portare a verifiche extra, come ad esempio a controlli in cantiere. È l'elemento più rilevante delle lettere che, in questi giorni, Intesa Sanpaolo sta inviando ai propri clienti che abbiano avanzato reclami sul tema delle asseverazioni video. Questa forma di verifica è stata introdotta a metà settembre nella piattaforma di Deloitte per la cessione dei crediti (della quale si serve Intesa Sanpaolo). Tra i documenti da caricare è stata inserita un'asseverazione video, contestuale a tutte le altre asseverazioni. «Il tecnico che rilascia le asseverazioni dovrà effettuare un breve video descrittivo dell'intervento», spiega la documentazione della piattaforma.Il video deve essere registrato presso l'immobile oggetto dell'intervento, che deve essere riconoscibile: «Ad esempio - si legge - inquadrando il cartellone di cantiere e il civico e l'immobile nel contesto dell'area circostante».

All'interno del video, che non deve durare più di cinque minuti, il tecnico deve confermare gli importi e gli interventi asseverati, inquadrando le lavorazioni eseguite.Questo adempimento ha immediatamente generato polemiche, soprattutto da parte degli ordini professionali, che hanno diffidato Deloitte a sospenderlo. Oltre agli ordini, anche diversi clienti si sono direttamente attivati presso le proprie filiali, protestando e chiedendo spiegazioni. In questi giorni, si sono visti recapitare una lettera che chiarisce la posizione di Intesa Sanpaolo. L'istituto spiega, anzitutto, «che l'acquisizione di un video, relativo ai lavori svolti, non viene richiesta dalla banca, ma da Deloitte, che include questa tipologia di documentazione per tutti gli interventi che è chiamata a validare, sia per conto di Intesa Sanpaolo che degli altri partner con cui collabora». L'asseverazione video, insomma, è una procedura introdotta da Deloitte e non rientra tra le verifiche effettuate direttamente dall'istituto.

Fatta questa precisazione, la lettera spiega che «il rifiuto di realizzare il video da parte del tecnico asseveratore non inibisce il positivo esito della cessione, infatti, a fronte del rifiuto formalizzato sulla piattaforma, Deloitte potrà attivare un controllo alternativo e rafforzato con tempistiche che potranno essere quantificate dalla stessa Deloitte, a cui la invitiamo a fare diretto riferimento». L'asseverazione video - spiega Anna Roscio, responsabile Imprese Banca dei territori di Intesa Sanpaolo - «va vista come un modo per semplificare e velocizzare il processo di verifica dei crediti. Quando non c'è questo tipo di certificazione, viene fatto qualche controllo in più, come una visita in cantiere». Il motivo dell'introduzione di questo livello di controlli, in definitiva, è legato alla solidità del portafoglio crediti: «Noi abbiamo necessità di avere un portafoglio di crediti sempre più controllato, anche alla luce delle recenti sentenze della Cassazione in materia di sequestri. Anche perché stiamo proponendo a terzi di acquistare questi crediti: devono essere assolutamente sicuri».

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