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In Sardegna 4 milioni per comunità energetiche nei piccoli centri

Priorità ai Comuni in cui non arriva il metano - Fondi per il 2023-2024

di Davide Madeddu

Le rinnovabili e le comunità energetiche per dare pari opportunità ai piccoli comuni e contrastare lo spopolamento. La Regione Sardegna guarda alle comunità energetiche e investe 4 milioni di euro: la Giunta, per il programma previsto dall’articolo 9 della recente legge regionale 15/2022 che prevede «equo accesso alle risorse energetiche, a vantaggio dei cittadini e dei territori economicamente svantaggiati, affinché possano dotarsi di energia pulita ed evitare lo spopolamento». L’articolo 21 ha istituito uno stanziamento di 2 milioni per il 2023 e di altri 2 per il 2024.

Risorse destinate a supporto dei Comuni per «favorire la creazione di comunità energetiche da fonti energetiche rinnovabili». Saranno destinate allo studio di fattibilità e all'avviamento delle comunità, consentiranno ai Comuni di verificare anche la possibilità di associarsi in unioni e, soprattutto, di avere finanziate spese che non sono previste, ad esempio, tra i costi eleggibili dei prossimi bandi Pnrr.

Per dare attuazione alla legge, la Giunta il 22 novembre la approvato la delibera delibera n. 35/108 del 2022, che disegna le «azioni di supporto ai Comuni...per favorire la creazione di comunità energetiche da fonti energetiche rinnovabili».

Ora alla Regione sono in corso gli interventi per la predisposizione della lista dei comuni che, per mancanza di rete del gas e in base al numero degli abitanti, sono considerati prioritari. La legge regionale, infatti, riconosce la priorità ai comuni non raggiunti dalla rete del metano, «così da assicurare a specifiche aree svantaggiate la possibilità di promuovere, con priorità sulle altre, la realizzazione di reti smart grid al fine di condividere il risparmio energetico e l’autoconsumo all’interno del territorio comunale».

Il tutto nell’ambito della transizione energetica sostenibile, vista come un'opportunità per invertire la tendenza che vede i piccoli centri spopolarsi progressivamente, creando allo stesso tempo valore aggiunto per le piccole comunità.

«Obiettivi primari della comunità energetica – dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas – sono l’autoconsumo e l’immagazzinamento dell’energia rinnovabile prodotta dai suoi membri, che potranno godere di energia autoprodotta, condivisa, diminuendo considerevolmente i prelievi di dalla rete, anche nei territori dove non arrivano le condutture del metano».

Secondo Anita Pili, assessore regionale all'Industria, sono misure «finalizzate a garantire lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale, atte a favorire la riduzione delle emissioni climalteranti e assicurare un equo accesso alle risorse energetiche da parte di tutti gli attori, produttori, consumatori e pubbliche amministrazioni».

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