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Niente intesa sui Servizi, saltano le nomine

Saltano le nomine dei nuovi direttori di Aise e Dis. Con ogni probabilità si faranno dopo la conferenza di Palermo sulla Libia del 12 e 13 novembre. Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è infuriato: fin dall’approdo al governo avrebbe voluto sostituire Alessandro Pansa (Dis) e Alberto Manenti (Aise). I ministri M5S, all’inizio tiepidi sull’urgenza di cambiare, si sono poi convinti, ma non con la determinazione del ministro dell’Interno. Rimbalzata soprattutto dalla decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di soprassedere ieri al Cisr, il comitato interministeriale sull’intelligence convocato in via ufficiale per motivi di bilancio e cyber security. Da qualche giorno l’appuntamento aveva tutto l’aria di essere decisivo per le nomine. Si è risolto invece in un nulla di fatto per contrasti e scarsa volontà di chiudere. Il presidente del Consiglio, va poi ricordato per confutare un errore diffuso, nomina con suo decreto i direttori dei Servizi, sentito il Cisr e informato il presidente del Copasir: le designazioni non sono soggette all’approvazione del Consiglio dei ministri, Conte ha un potere rilevante. Senza dimenticare il ruolo fondamentale del Quirinale, in dialogo continuo con il presidente del Consiglio ma soprattutto garante finale dell’equilibrio istituzionale.

Nel contesto attuale dell’intelligence il paradosso finale diventa: è vero tutto ma anche il suo contrario. L’Aise è partner essenziale per la conferenza sulla Libia - ieri il viceministro degli Esteri Emanuela Del Re ha incontrato a Gubba il presidente della Camera dei Rappresentanti, Aguila Saleh, e a Bengasi il Maresciallo Khalifa Haftar - e quindi il cambio del direttore sarebbe secondo alcuni inopportuno; ma le nuove nomine sono state già annunciate da oltre un mese al Copasir tanto che Manenti ha consegnato la sua lettera di dimissioni a Conte già da un paio di settimane. Il sistema di intelligence, messo in discussione anzitempo sui vertici ma senza nessuna certezza, viaggia così a vista in una fibrillazione devastante. Come se non bastasse ieri si è aggiunta una fonte di stampa, non confermata ma neanche smentita, a ipotizzare anche il possibile cambio del direttore dell’Aisi Mario Parente. Stimato da tutti senza eccezioni, Parente a giugno era stato prorogato per due anni da Conte. Alla fine il Cisr di ieri ha rilevato un’indeterminatezza molto difficile da risolvere, come pure si dice in ambienti di governo, «in pochi giorni». La prossima settimana il titolare della Difesa, Elisabetta Trenta, dovrebbe portare al Consiglio dei ministri la nomina del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, molto probabile l’attuale capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Enzo Vecciarelli. Si fa così trapelare la possibile convergenza delle nomine dell’intelligence con quelle proposte dal ministro Trenta. Ma nel caso della Difesa c’è una scadenza obbligata: il 6 novembre l’attuale capo di Smd, Claudio Graziano, si trasferisce a Bruxelles al comando del Comitato militare dell’Unione. La partita sulle nomine dei Servizi, insomma, si sta rivelando una scommessa ardua per l’Esecutivo. Va superato il dilemma in atto su nomine da farsi in continuità o invece in discontinuità con gli attuali vertici: questione molto delicata. Va risolto l’interrogativo di dare o meno un altro incarico ai direttori uscenti, procedura complicata sul piano politico e sulla soluzione tecnica. Le caselle da riempire sono poche, i candidati di razza sono diversi, lo scenario di governo così pressato da questioni superiori - manovra economica in primis - da far vedere il traguardo del ricambio ancora lontano.

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