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Pa, fondi per contratti e lavoro agile occupano il tavolo Zangrillo-sindacati

Il ministro: «È l’avvio di una stagione di confronto che intendo proseguire»

di Gianni Trovati

Un grande assente domina il primo tavolo di confronto fra il ministro per la Pa Paolo Zangrillo e i sindacati convocati ieri alla Funzione pubblica: si tratta dei fondi per i rinnovi dei contratti 2022/24.

Le risorse per il momento non ci sono. E non ci sono perché le somme chieste dall’impennata dell’inflazione sono enormi: l’aggancio all’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) gonfiato dalla corsa dei prezzi avrebbe bisogno di ormai di oltre 20 miliardi, a cui nei saldi di finanza pubblica si aggiungerebbe una cifra quasi equivalente per i comparti che pagano i rinnovi con i loro bilanci come accade in sanità, enti territoriali e università.

Si tratta ovviamente di cifre ingestibili (il rinnovo 2019/21, ancora in corso per i dirigenti e i medici, è costato circa 7 miliardi di euro). E lo stesso Zangrillo ha rivendicato il segnale dato in manovra con l’una tantum per quest’anno («un investimento da 1,3 miliardi») e la necessità di «verificare la disponibilità di risorse» per la nuova tornata. Impegno che però non è bastato ai sindacati.

«La notizia è che non ci sono i soldi e i contratti per milioni di lavoratori pubblici resteranno femi, se va bene, per tutto il 2023 e per i primi mesi del 2024», taglia corto all’uscita del vertice il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri aggiungendo che «il 10% di inflazione da un anno riduce il potere d’acquisto degli stipendi». «Servono risposte concrete sulla prima questione da affrontare che è quella dei salari», rimarca sulla stessa linea la segretaria confederale della Cgil Tania Sacchetti. Il rinnovo contrattuale è in cima all’agenda anche per il segretario generale della Uil Luigi Sbarra, che però stempera le tensioni e parla di «incontro utile con Zangrillo». I sindacati chiedono il cambio di passo nel Def, ma al di là delle dichiarazioni sembra diffusa la consapevolezza che gli spazi fiscali a disposizione del governo difficilmente permetteranno al programma di finanza pubblica atteso appena dopo Pasqua di affrontare pienamente la questione.

«Oltre a rinnovare i contratti bisogna attuare gli istituti dei nuovi ordinamenti professionali scaturiti dalla scorsa tornata», a partire dall’area dell’elevata qualificazione e dalle nuove regole sul lavoro agile. Sullo Smart Working, compresso dalla conversione della legge di bilancio che ha confermato il lavoro agile generalizzato per i genitori solo nel privato limitandolo ai fragili nella Pa, la richiesta è quella di direttive di Funzione pubblica che trasformino in indirizzi operativi le aperture più volte rilanciate dal ministro. «L’incontro di oggi apre una stagione di confronto che intendo proseguire», ha assicurato Zangrillo. I dossier sul tavolo non mancano.

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