Appalti

Ponte di Genova/1. Renzo Piano: selezionare il progetto con un concorso

di Manuela Perrone e Giorgio Santilli

Nel braccio di ferro che si gioca fra M5S e Giovanni Toti per le modalità di realizzazione del nuovo Ponte di Genova, è il governatore della Liguria ad avere messo a segno un punto nella giornata di ieri. A sorpresa Toti ha ricevuto la visita dell'architetto e senatore Renzo Piano che ha consegnato «in regalo alla città» un'idea progettuale e un plastico per la ricostruzione del Ponte e della zona sottostante. Piano ha sottolineato che il regalo è fatto «come senatore» e quindi «in spirito di rappacificazione», in modo che «la calamità possa anche diventare occasione di riscatto per la città che in questi anni ha fatto poco». Un appello che non è sfuggito al governatore che già nei giorni scorsi aveva criticato i toni eccessivi e le polemiche degli esponenti del M5S sottolineando che ora l'importante è fare. Piano ha segnalato, come ha sempre fatto negli ultimi anni, tanto più da quando è senatore a vita, lo spazio e il ruolo che va dato ai giovani architetti e ha chiesto, anche in questa occasione, di selezionare i progetti attraverso concorsi di progettazione aperti ai giovani.

«È importante puntare sui nostri talenti», ha detto a Toti cui ha anche illustrato le sue idee per la zona del crollo, collegandole ancora una volta a una idea di sviluppo urbano. «Sotto il ponte - ha spiegato Piano - non può essere previsto che uno spazio vuoto e dunque un parco, ma nel parco e tutto intorno ci dovrebbe essere incubatori di imprese, residenze, start up». Una idea - quella dello sviluppo urbano indotto dalla buona architettura - che è «in continuità con quello che lo studio ha fatto per Genova a partire dalle Colombiadi». Anche in quell'occasione l'architetto aveva regalato i suoi progetti alla città come occasione di rinascita. Ma sia chiaro - precisa - che «questa sarà un'opera corale e non voglio sostituirmi a nessuno, né agli ingegneri, né agli architetti che saranno chiamati per concorso a lavorare sul contesto urbano».Intanto continuano gli attacchi dei Cinquestelle ad Autostrade, mentre fa fatica a prendere forma una soluzione condivisa - che dovrebbe poi concretizzarsi in un decreto legge a breve - sulle modalità di realizzazione del nuovo Ponte.

È stato sempre il vicepremier Luigi Di Maio ad alzare il tiro sin dal mattino, cavalcando l'onda della disclosure delle convenzioni di tutte le concessioni autostradali ordinata dal ministro Danilo Toninelli . Operazione trasparenza che ha rivelato anche per gli altri concessionari privati, da Gavio a Toto, rendimenti non molto distanti da quelli di Autostrade. «Fuori i prenditori dallo Stato», ha tuonato Di Maio dal blog delle Stelle. Annunciando un esposto che dovrebbe partire a giorni: «Se chi ha fatto la concessione regalo ad Autostrade e chi non l'ha annullata ha causato un danno alle casse dello Stato sarà denunciato alla Corte dei conti per danno erariale». E ancora: «Chiediamo ai Benetton di pubblicare i nomi di tutti i politici e tutti i giornali finanziati nel corso di questi anni. Questo faciliterà il lavoro». Dietro le mosse di Di Maio non c'è soltanto la legittima indignazione per gli omissis del piano Aspi svelati al pubblico dopo anni di segreto. Il numero uno del M5S ha bisogno di rispolverare la retorica anti-casta e la crociata della trasparenza tipiche del Movimento delle origini sia per recuperare spazi e visibilità rispetto all'altro vicepremier, Matteo Salvini, sia per ricompattare i suoi.

Ma sulla partita di Genova, come sugli altri fronti (dai conti all'immigrazione) in cui sta cercando di smarcarsi dalla Lega, l'esito della battaglia pentastellata è tutto da verificare. Toninelli ha insistito sull'intenzione di tenere Autostrade fuori dal dossier ricostruzione: «I soldi li mette, ma lo ricostruiamo noi il ponte». La strada su cui punta il M5S è nota: affidare i lavori a Fincantieri attraverso il suo braccio Infrastructure. Una via per investire Cdp, che controlla il gruppo cantieristico pubblico, della regìa degli interventi. Ma restano le divergenze sul destino della concessione: la Lega punta a una rinegoziazione più che alla revoca; venerdì i Cda di Autostrade e Atlantia si riuniranno per rispondere al Governo dopo l'avvio della procedura di «caducazione». E rimangono i nodi tecnici: Toti ha confermato l'ipotesi di un'associazione temporanea di imprese per la demolizione e la ricostruzione del ponte. Ma ci si potrebbe muovere dentro lo schema legislativo attuale riservando all'Ati quel 40% di lavori oggi riserva della concessionaria e confermando il 60% da mettere a gara.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©