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Ricostruzione Centro Italia, stretta alla concentrazione degli incarichi dei tecnici

Intesa commissario-Rpt per coinvolgere altri professionisti ed evitare il "fuoco amico" del superbonus

di M.Fr.

Da una parte il "fuoco amico" del Superbonus, che ha fatto man bassa di tecnici e di imprese. Dall'altra la tendenza alla concentrazione degli incarichi in alcune strutture di progettazione abbinata al disinteresse della metà dei professionisti registrati nell'elenco speciale della ricostruzione post sisma. Un "combinato disposto" che sta rallentando la ricostruzione del Centro Italia. Una situazione divenuta nel tempo sempre più chiara, e sulla quale il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, ha deciso di intervenire. Dopo aver incontrato la Rete delle professione tecniche, ha diffuso un comunicato in cui si annunciano non meglio specificate «iniziative congiunte per agevolare il lavoro dei tecnici nella predisposizione dei progetti di ricostruzione ed ampliare la loro platea, evitando una concentrazione eccessiva degli incarichi».

L'incontro voleva fare il punto sull'andamento della ricostruzione alla luce della scadenza del 30 giugno per i progetti di riparazione degli immobili che beneficiano di varie forme d'assistenza (Cas e Sae in particolare). Il rallentamento della ricostruzione è emerso chiaramente dagli ultimi numeri illustrati nell'incontro. «Dalla seconda metà del 2021 - si legge infatti nella nota - quando si è affermato il Superbonus 110% sul territorio nazionale, le attività nel cratere sisma 2016 hanno subito un rallentamento, dovuto essenzialmente alla scarsa disponibilità di professionisti per redigere i progetti e le domande di contributo, e di imprese per realizzare gli interventi. Lo scorso anno ha fatto segnare il record dei decreti di contributo emessi, circa 5.200 contro i 2.657 del 2020, ma l'afflusso di nuove domande si è ridotto, passando da circa 7.500 del 2020 (un dato comunque influenzato dalla scadenza dei termini per gli edifici con danni lievi), a 2.200 domande».

«Non possiamo pensare di concludere in tempi ragionevoli questa ricostruzione se viaggiamo al ritmo che abbiamo registrato negli ultimi mesi: dobbiamo trovare insieme una soluzione per accrescere la disponibilità dei tecnici a lavorare nella ricostruzione», ha affermato Legnini. Sarà l'Osservatorio tecnico Sisma - struttura con all'interno rappresentanti del Commissario e dei tecnici - a «formulare proposte per agevolare lo smaltimento del carico di lavoro già acquisito». I rappresentanti della Rete delle professioni tecniche, da parte loro, «studieranno i meccanismi per ampliare l'offerta dei servizi tecnici». «Ad oggi - informa la struttura commissariale - i professionisti attivi nella ricostruzione post sisma sono 7mila, a fronte dei 29mila iscritti all'elenco speciale, ma di questi solo la metà ha acquisto incarichi principali nei progetti sisma, che siano di progettazione o di direzione lavori». «Gli stessi tecnici, peraltro - osserva la struttura commissariale - hanno avanzato circa due terzi delle quasi 30mila manifestazioni di volontà a richiedere il contributo, palesando il rischio di una potenziale ulteriore concentrazione degli incarichi, che appare già elevata allo stato attuale».

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