Urbanistica

Stretta antifrode sui bonus fiscali: crediti cedibili una sola volta

Critica l’Ance: giusto colpire le frodi ma si penalizzano cittadini e imprese corrette

di Marco Mobili

Nuovo giro di vite sulle frodi con la cessione dei bonus fiscali. E questa volta la misura introdotta nel decreto Sostegni ter approvato ieri dal Consiglio dei ministri si estende alla cessione di tutti i crediti d'imposta, dal superbonus del 110% a quelli edilizi, dal tax credit affitti a quelli per la sanificazione dei luoghi di lavoro o per l'acquisto di Dpi. Con l'articolo 26 della bozza del testo entrato in Cdm viene infatti bloccata la cessione multipla di questi crediti d'imposta prevedendo, di fatto, una sola cessione da parte dell'impresa agli intermediari finanziari. E questo vale anche per lo sconto in fattura. Il quale resta un'opzione per i contribuenti che anziché cedere in toto il loro bonus fiscale possono vedersi ridurre il costo dell'intervento agevolato.

Dal quel momento in poi, ossia da quando lo sconto si trasforma in credito d'imposta per l'impresa, scatta il nuovo vincolo di una sola cessione. Così, secondo il governo, si interrompe la catena di cessioni dei crediti che negli ultimi mesi hanno dato luogo a frodi, molto consistenti come quella scoperta qualche settimana fa dalla Procura di Roma e dalla Guardia di Finanza per 1,25 miliardi di euro, o ancora come quella emersa ieri a Napoli da 110 milioni di euro. E la cessione a catena dei bonus (soprattutto edilizi) - come raccontato su queste pagine - ha dato luogo anche a fenomeni di riciclaggio. La nuova stretta, questa volta, prevede un periodo transitorio per la sua piena operatività. Stando sempre alla bozza entrata ieri in Cdm i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati già oggetto di cessione o dello sconto in fattura, possono «costituire oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari», nei termini previsti.

In caso di violazione delle nuove regole i contratti saranno dichiarati nulli. Una nuova stretta bocciata a caldo dalle imprese edilizie e da una parte della maggioranza. L'Ance dice basta ai continui cambi di regole sul superbonus e sui bonus edilizi. «Giusto l'obiettivo di contrastare le frodi», sottolinea il presidente Buia, «ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato». Blocco contro cui si lancia anche il Movimento 5 Stelle che, con questa norma, vede naufragare l'idea di introdurre una moneta fiscale con la circolazione dei crediti d'imposta. Non solo. Per i Cinque Stelle, la drastica riduzione della platea dei cessionari comporta forti criticità. In primo luogo, bisogna vedere se istituti di credito e altri intermediari finanziari sarebbero da soli sempre in grado di assorbire i crediti d'imposta attivati da chi sfrutta il superbonus e le altre agevolazioni edilizie. In secondo luogo, indicare le sole banche come cessionarie significa comprimere la concorrenza, assegnando loro il potere di fissare il "prezzo" e giocare al ribasso.

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