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Infrastrutture, «newco» in pista per gestire le autostrade dell'Anas

Un polo unico per le concessioni statali: lo prevede un emendamento del governo al Dl 121 approvato in commissione alla Camera

di Mauro Salerno

Una nuova società a cui affidare la gestione di tutte le autostrade affidate in questo momento all'Anas. Un passo in avanti nel piano di riassetto delle reti stradali : è lo scenario che si porta dietro l'emendamento al decreto Infrastrutture, presentato dal governo, che concentra in una società di nuova costituzione la gestione delle autostrade statali a pedaggio che in questo momento fanno capo all'Anas.

In Italia, Anas gestisce per ora circa 200 km di autostrade a pedaggio tramite società partecipate, in particolare la Sitaf (Traforo del Frejus, partecipata al 51,09% per 82,5 km), la società Cav (Concessioni autostradali venete, gestita al 50% con identica quota da parte della Regione Veneto, per 74,1 km tra cui il passante di Mestre), l'Autostrada Asti-Cuneo (35%, 55,7 km) e la società del Traforo del Monte Bianco (32,13% per 5,8 km). Ci sono gestioni anche oltre i confini nazionali, dove Anas controlla 228 km di autostrade in Russia tramite la Spa interamente controllata Anas International Enterprise, che sembrerebbe però restare fuori dai confini dell'emendamento approvato in commissione alla Camera.

Tutto da decidere invece il destino delle reti non a pedaggio, ma che sicuramente possono essere qualificate come autostrade, attualmente in capo all'Anas che vanta una rete di più di 1.300 km di autostrade e raccordi autostradali non a pedaggio in gestione diretta. Tra queste figurano esempi come la Salerno-Reggio Calabria, la Roma-Fiumicino o anche il Gra di Roma di cui si discute carsicamente da anni, tra le polemiche, dell'eventualità di un passaggio tra le autostrade a pedaggio.

La nuova società sarebbe interamente controllata dal ministero dell'Economia e ed è qualificata come in house, essendo quindi sottoposta al controllo analogo del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Per effetto della nascita della nuova società cambierebbe anche la missione di Anas, che sarebbe dunque focalizzata sulla gestione delle strade non a pedaggio.

In considerazione della natura di start-up, nonché della missione ad essa affidata, la norma
autorizza la nuova società, a stipulare convenzioni a titolo oneroso con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato per acquisire assistenza tecnica, operativa e gestionale, nonché a costituire società di gestione di autostrade statali e ad acquisire partecipazioni in società esistenti ed operanti nello stesso ramo.

Quantificato in 580 milioni il fabbisogno di capitale per la creazione della nuova società autostradale di Stato. Sessanta milioni all'anno per i primi tre anni di attività, per un totale 180 milioni, serviranno a dotare la start up «delle competenze tecniche e gestionali necessarie per gestire autostrade statali in concessione e/o a stipulare convenzioni onerose per le medesime finalità». Altri 400 milioni sono stimati necessari in considerazione del valore con cui sono iscritte a bilancio le partecipazioni nelle società autostradali di patrimonio della capogruppo.

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