Urbanistica

Superbonus al 2023, il pressing dei partiti per finanziarlo subito con lo scostamento

Il secondo fronte resta quello dei fondi: al momento la stima del fabbisogno è di circa 11 miliardi l’anno

di G. Sa.

La partita fra Mario Draghi e i partiti sul Superbonus non è ancora finita. Ufficialmente i partiti, a partire dal M5s, cantano vittoria per l’impegno politIco assunto dal premier in Parlamento di finanziare l’incentivo anche nel 2023 con la prossima legge di bilancio. Sotto questa certezza, però, cova ancora inquietudine che bene hanno espresso lunedì scorso tutte le imprese del settore chiedendo che la proroga - con il relativo stanziamento - sia varata subito. Si aggiunga che Draghi ha fatto capire che sono assicurate per il 2023 le risorse già stanziate per il 2021 ma che sarà necessario fare una verifica dopo aver testato gli effetti delle semplificazioni pure annunciate dal governo.

Dietro il plauso a Draghi per la decisione presa, restano aperti però tre fronti. Il primo è proprio quello delle semplificazioni perché il testo finale del Pnrr fa registrare una leggera marcia indietro rispetto al testo più spinto delle penultime bozze (si veda il Sole 24 Ore di ieri): nella versione poi superata si parlava esplicitamente di prevedere un regime di sostanziale liberalizzazione di tutti gli interventi con l’obbligo di presentazione della sola comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila). Il testo finale fa genericamente riferimento alle semplificazioni e alla necessità di superare la doppia conformità.

Il secondo fronte resta quello dei fondi. Al momento la stima del fabbisogno è di circa 11 miliardi l’anno. Il pressing dei partiti è quello di finanziare la misura - almeno parzialmente - già nei prossimi giorni con gli ulteriori 40 miliardi di scostamento (si veda l’articolo sopra). Questo sarebbe un segnale al mondo produttivo che la strada è segnata, oltre gli accordi politici in vista della prossima legge di bilancio.

Il terzo fronte lo ha aperto ieri la presidente della commissione Attività produttive della Camera, Martina Nardi (Pd), a conferma che la partita sul Superbonus venga considerata tutt’altro che chiusa dalle forze politiche. «È positivo - dice Nardi - che il premier Draghi abbia risposto positivamente alle richieste e si sia assunto l’impegno di prorogare il Superbonus 110% fino al 2023 già nel Ddl di bilancio 2022. Così come è positiva la volontà di semplificare le procedure che fin qui hanno frenato l’accesso a questa misura da parte di tante famiglie». Nardi evidenzia l’importanza di una misura che ha una forte funzione anticiclica.

Ma poi apre, appunto, il terzo fronte. « Il passo che dobbiamo fare ora - dice - è rendere strutturale la cessione del credito. Se sapremo, come chiede il Pd, renderla misura permanente, consentirà soprattutto in edilizia un processo virtuoso che abbatterà i livelli di inquinamento migliorando e riducendo il fabbisogno energetico delle abitazioni e sosterrà concretamente l’occupazione nel settore edilizio».

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