Fisco e contabilità

Meloni: dal nuovo RepowerEu forte contributo al piano Mattei

La premier riunisce le partecipate per illustrare le modalità del nuovo capitolo del Pnrr: no alla parcellizzazione dei progetti, servono opere più strategiche. In prima linea Eni, Enel, Snam e Terna

di Celestina Dominelli

Un giro di orizzonti per cominciare a delineare le linee generali del nuovo capitolo del Pnrr dedicato al RepowerEu, il piano con cui l’Europa ha blindato le sue forniture energetiche dopo la crisi scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina, ma anche per individuare, con l’apporto delle partecipate pubbliche, le priorità di un percorso che dovrà fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo.

La premier Giorgia Meloni ha riunito ieri a Palazzo Chigi, insieme al ministro per il Pnrr, le politiche di Coesione e il Sud, Raffaele Fitto, e ai titolari dei dicasteri competenti, gli ad dei quattro colossi pubblici dell’energia (Claudio Descalzi per l’Eni, Stefano Donnarumma per Terna, Francesco Starace per l’Enel e Stefano Venier per Snam). Obiettivo: avviare un confronto per stabilire l’allocazione dei fondi aggiuntivi previsti per l’Italia dal RepowerEu e aggiornare così il Recovery, in modo da rispettare la deadline fissata dall’Europa: entrambi i tasselli, ha ricordato ieri Fitto, andranno perfezionati entro il 30 aprile. Una scadenza, quest’ultima, su cui ieri è tornato anche il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha incoraggiato gli Stati membri a presentare le modifiche al Pnrr «in un unico emendamento» e ha garantito l’impegno della Commissione «a elaborare rapidamente le richieste».

Ai ceo presenti la premier Meloni ha consegnato un messaggio molto chiaro: «Il nuovo piano consentirà all’Italia di dare un forte contributo alla realizzazione del “piano Mattei” al fine di consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo e per far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l’Europa in un proficuo rapporto di cooperazione soprattutto con i Paesi africani», ha detto aprendo l’incontro per poi sollecitare l’impegno di tutti «nella sfida per rafforzare la sovranità energetica». Oggi, ha spiegato, «inizia un percorso istituzionale che in tempi brevi ci consentirà di elaborare e successivamente realizzare un piano che renderà l’Italia più sostenibile da un punto di vista energetico attraverso l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi».

Prima di passare la parola ai ministri - oltre a Fitto erano presenti anche Giancarlo Giorgetti (Economia) in videocollegamento, Adolfo Urso e il suo vice Valentino Valentini (Imprese), Gilberto Pichetto (Ambiente), Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e i viceministri Edmondo Cirielli (Esteri) ed Edoardo Rixi (Infrastrutture) - Meloni ha quindi ribadito la volontà del governo di attivare strumenti finanziari e politica industriale «per sostenere concretamente la realizzazione dell’intero piano».

Insomma, la direzione è tracciata. Ma la premier ha voluto precisare il metodo da seguire ribadendo la necessità di evitare la parcellizzazione dei progetti per puntare invece sulle opere più strategiche. Un passaggio su cui ha incassato il pieno appoggio degli ad, a cominciare da Descalzi che ha rimarcato l’esigenza di concentrarsi su progetti concreti e realizzabili. Per i quali, è il ragionamento emerso, serviranno certezze anche sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime necessarie per realizzare quelle infrastrutture. Su cui si sono soffermati prima Donnarumma, che ha ricordato i progetti presentati nell’ambito del Pnrr (il raddoppio del cavo elettrico Italia-Montenegro, il Sacoi 3 e il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto che collegherà la Sicilia con la Sardegna e la terraferma), e poi Venier (Snam) che ha ribadito la strategicità della Linea Adriatica, la nuova dorsale gas. Mentre Starace, reduce ieri dall’inaugurazione a Catania della nuova gigafactory (si veda il servizio a pagina 18), ha rimarcato l’importanza di sostenere la mobilità elettrica.

Le aziende hanno quindi messo sul piatto alcuni dei dossier che potrebbero ricevere impulso dal nuovo capitolo del Pnrr, ma il confronto è appena partito. Tanto che la riunione si è chiusa con l’impegno a costituire un team di esperti dei vari ministeri, sotto la supervisione del ministro Fitto, che interagiranno con le aziende per finalizzare il percorso. E puntellare il Pnrr, grazie al quale, lo ha scritto ieri la Corte dei Conti nella Relazione annuale 2022 sui rapporti finanziari Italia-Ue e sull’utilizzo dei fondi europei, «l’Italia è passata da contributore a percettore netto all’interno della Ue».

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