Urbanistica

Bonus edilizi, +44,3% nel 2021. In 23 anni 21 milioni di domande

Cresme: nei primi otto mesi dell’anno 24 miliardi di lavori, +23,3% sul 2019 (al netto del Superbonus)

di Giorgio Santilli

Bonus edilizi senza freno. Nei primi otto mesi del 2021 il Cresme ha calcolato che l’investimento incentivato dalle detrazioni fiscali ha sfiorato i 24 miliardi di euro (23.988 milioni) con una crescita del 44,3% sullo stesso periodo del 2020 e una crescita fortissima anche rispetto all’anno pre-pandemia, il 2019: +23,3%.

Questi dati sono al netto di quelli sul Superbonus (che a settembre hanno totalizzato lavori effettuati per 5,1 miliardi) e riguardano invece i crediti di imposta ordinari per le riqualificazioni e per il risparmio energetico. Lavori più semplici, in molti casi, svolti anche per la singola unità immobiliare.

Anche i bonus fiscali ordinari spingono quindi l’intero settore dell’edilizia ben sopra il livello pre-Covid.

Un dato che non potrà trascurare neanche il governo nel decidere se rinnovare (come chiede il Parlamento) o meno i vari bonus edilizi nel 2022. Sappiamo infatti che il Superbonus ha bisogno solo di un aggiustamento per il secondo semestre 2022 (quasi interamente coperto) e si discute infatti della proroga al 2023 da inserire nella legge di bilancio, ma per i bonus facciate (90%), risparmio energetico (65%) e recupero semplice (50%) la data di scadenza è al 31 dicembre 2021 e la proroga è decisiva per continuare i lavori iniziati e anche per continuare a tradurre l’onda edilizia in Pil con i nuovi lavori.

Se l’edilizia tira, infatti, una fetta di merito molto rilevante è proprio dei bonus fiscali. E non da oggi: dal 1998, quando li introdusse il governo Prodi partendo dalla detrazione del 36%, al 2020 le domande presentate sono state oltre 21 milioni e c’è da aspettarsi che quest’anno si arrivi a sfiorare i 24 milioni, visto la crescita e l’apporto ulteriore del Superbonus.

Gli investimenti realizzati con gli incentivi sono stati complessivamente pari a 346 miliardi euro (sempre periodo 1998-2020). Sommando i primi otto mesi del 2021, si arriva a 370 miliardi.

Una galoppata lunga 23 anni che non solo ha spinto in alto la crescita del settore delle costruzioni ma ha anche contribuito alla lotta all’evasione e al lavoro nero che soprattutto nel campo dei piccoli interventi di manutenzione straordinaria erano largamenti diffusi e probabilmente prevalenti.

I dati sul 2021 del Cresme sono un’anticipazione rispetto alla previsione di fine anno che sarà presentata dall’istituto di ricerca con il Rapporto congiunturale l’11 novembre a Verona (quest’anno raddoppiato con le previsioni europee di Euroconstruct il 12 novembre).

Nei dati dei primi otto mesi si può già scorgere, comunque, una forte accelerazione nel secondo quadrimestre: +230% a maggio, +127% a giugno, +63% a luglio, + 35,8% ad agosto rispetto ai corrispondenti mesi del 2020. Nell’intero secondo quadrimestre gli investimenti sono ammontati a 13.207 milioni, confrontabili con i 7.168 milioni dello stesso periodo del 2020 (+84%) e i 9.653 milioni del 2019 (+37%). Tutto fa pensare che questa corsa si sia intensificata nel corso del terzo quadrimestre 2021, considerando anche i segnali che arrivano dalla scarsità di alcuni materiali (quelli per i ponteggi, per esempio) e dai livelli dell’occupazione in netta ripresa

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