Imprese

Crisi energetica, le utility riducono le transazioni a prezzi fissi

Per gli operatori, un 2023 all’insegna della prudenza e di contratti più brevi

di Cheo Condina e Sara Deganello

Grande cautela, focus sul breve periodo e dominio dei contratti a prezzo variabile con qualche timida opzione di fisso. Il 2022 è stato un anno di fortissima tensione finanziaria sul fronte delle commodity, sia per le imprese sia per alcune utility: logico dunque che il 2023, per il momento, sia soprattutto all’insegna della prudenza, anche perché i prezzi del gas restano il doppio rispetto a quelli “normali”.

«In questo momento – sottolinea Andrea Cavallini, direttore della business unit Mercato di A2A, cioè la divisione che si occupa della vendita di elettricità e gas a retail e imprese – c’è un generale attendismo, anche se noto che da parte dei clienti si dà maggior valore alla solidità dell’impresa fornitrice, senza focalizzarsi solo sul prezzo». Il ventaglio di contratti proposti alle aziende? «Quasi tutti a prezzo variabile, anche se le aziende più strutturate optano, a loro discrezione, per opzioni di fixing. In più si nota una crescente attenzione a temi di efficientamento energetico».

Dello stesso avviso Leonardo Santi, presidente di Aiget (Associazione italiana di grossisti di energia e trader, che comprende operatori come Hera, Engie, Iren, Renantis, Shell e Cva): «Ci aspettiamo un mercato tranquillo fino alla fine dell’anno: l’orizzonte temporale del rischio si sposta in avanti. Si fatica a costruire una stabilità di lungo periodo perché la contrattazione long term è complicata, anche in un’ottica di transizione ecologica che prevede una progressiva e rilevante sostituzione della fonte fossile». Tutto questo, ragiona Santi, «si riflette nella propensione dei clienti a stipulare contratti che non vanno oltre l’anno. Alcuni nostri associati ne offrono da 2-3 anni. La maggior parte di quelli in essere rimane a prezzi variabili e si osserva una timida ripresa di formule a prezzo fisso. Con una novità: la tendenza da parte dei venditori ad assumersi il rischio legato al prezzo, ma non quello relativo al volume: viene proposto un prezzo fisso entro soglie fisse di consumo, oltre le quali si ricade nel variabile».

Per chiudere, un’altra azienda chiave nel panorama dei fornitori di gas: Edison, che sottolinea come per quanto riguarda le aziende industriali con consumi significativi, sono disponibili contratti che consentono di passare da prezzi basati sulle quotazioni del gas all’ingrosso (Psv o Ttf) a un prezzo fisso per una parte dei volumi a scelta del cliente, tramite acquisti di quantitativi definiti a priori per periodi coincidenti a mesi, trimestri, semestri o anno solare. Per il mercato Pmi, invece, Edison non ritiene che le quotazioni siano ancora sufficientemente stabili per acquisti di gas a prezzo fisso perché negli ultimi mesi le continue discese delle quotazioni di mercato hanno penalizzato le aziende che hanno sottoscritto contratti di questo tipo.

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