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Da Strasburgo il sì finale ad Amsterdam sull’Ema

Dopo l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, l’Agenzia europea del farmaco si trasferirà ad Amsterdam. L’Europarlamento ieri mette nero su bianco il suo sì definitivo alla scelta della capitale olandese quale nuova sede dell’Ema, confermando nella seduta plenaria quanto già votato lunedì all’interno della Commissione Ambiente: sì ad Amsterdam, a condizione che gli olandesi garantiscano la piena operatività delle sedi da loro scelte, quella temporanea e quella definitiva, e che la Commissione vigili su questo.
Per Milano sfumano così, definitivamente, le speranze della via politica alla riapertura dell’assegnazione dell’Ema. Ieri a Strasburgo la maggioranza per Amsterdam è stata ampia: 507 i sì, solo 112 i no e 37 gli astenuti. Al contrario di quanto ci si potesse immaginare, la rappresentanza italiana all’Europarlamento non si è schierata in maniera compatta dalla parte di Milano. Se infatti Pd, Forza Italia e Lega hanno votato contro, il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della capitale olandese.

Ieri a Strasburgo è passato a larga maggioranza anche l’emendamento a firma dell’italiano Giovanni La Via, eurodeputato del gruppo dei Popolari, nel quale il Parlamento europeo si rammarica di non essere stato tenuto in debito conto nel suo ruolo di colegislatore Ue, poiché non fu coinvolto nella procedura di selezione della nuova sede dell’Ema. L’Europarlamento, si legge nell’emendamento approvato, «desidera ricordare le sue prerogative di colegislatore e insiste nel pieno rispetto della procedura legislativa ordinaria in relazione all’ubicazione degli organismi delle agenzie, in quanto unica istituzione direttamente eletta che rappresenta i cittadini». La decisione su Amsterdam insomma è andata, ma errori del genere in futuro non ne devono più accadere.
«Oggi la plenaria di Strasburgo ha mandato un segnale forte al Consiglio che non si può più decidere in questo modo - spiega Giovanni La Via -. Io sono soddisfatto per quello che abbiamo fatto, perché obiettivamente rispetto a quelle che erano le posizioni dei diversi gruppi politici all’Europarlamento, non si poteva fare di più».

Da un punto di vista più tecnico, poiché l’Europarlamento ha approvato la risoluzione con un sì condizionato, si renderà necessaria l’apertura del cosiddetto trilogo, cioè i negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue per raggiungere una posizione condivisa e ribadire, proprio in quella sede, la pari importanza in quanto colegislatori delle due istituzioni europee.
«Purtroppo dobbiamo constatare che la maggioranza dei nostri colleghi eurodeputati ha piegato la testa e ha approvato il testo della Commissione Ambiente - ha dichiarato Patrizia Toia, capodelegazione degli eurodeputati del Pd -. È il solito timore reverenziale delle istituzioni comunitarie nei confronti dei governi e a perderci non è solo la città di Milano, ma tutti i cittadini europei, che hanno diritto a un’Agenzia dei medicinali che garantisca la continuità del lavoro nonostante la Brexit».
Chiusa la partita all’Europarlamento, dunque, le speranze di Milano restano appese al filo del ricorso che il Comune ha presentato, e sul quale dovrà deliberare nei prossimi mesi la Corte di Giustizia Ue.

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