Urbanistica

Ricostruzione Centro Italia, Legnini: adeguamento prezzi per i cantieri privati o le imprese se ne andranno

Il bilancio del commissario: superati i 10mila cantieri, ritmi senza precedenti. «Imprese, potete fidarvi»

di Massimo Frontera

La ricostruzione privata post terremoto nell'Italia Centrale ha preso un buon ritmo; e un'ondata di nuove autorizzazioni arriverà presto. Non solo: un pacchetto di opere pubbliche di ricostruzione "pesante", con procedure in deroga, sarà autorizzato a breve. Ancora: le imprese avranno ulteriori semplificazioni chieste su Soa e pagamenti. Il commissario di governo alla ricostruzione del Centro Italia, Giovanni Legnini, snocciola numeri: «autorizziamo l'apertura di 20-25 cantieri al giorno. Se sono 3mila i nuovi cantieri autorizzati nei primi cinque mesi del 2021, significa 600 al mese; è un ritmo senza precedenti in questa come in altre ricostruzioni, necessario da mantenere per recuperare il tempo perduto. A giugno abbiamo superato il traguardo dei 10mila decreti di contributo, che significano 10mila cantieri, di cui oltre la metà decretati nell'ultimo anno: di questi la metà circa sono aperti, gli altri sono conclusi». Vale la pena di ricordare che le domande di contributo hanno superato le 20mila, pari cioè a circa un terzo del potenziale complessivo degli immobili da ricostruire, stimati realisticamente in 60mila rispetto agli 80mila danneggiati.

Il caro materiali: colpiti legno, ferro, calcestruzzo
Tutto bene, allora? Non proprio. Una preoccupazione, forte, c'è: quale? «che, dopo aver imboccato dopo quattro anni la via giusta, con l'opera di semplificazione che sta dando frutti, elementi esogeni al processo finiscano per rallentare il processo. Ad oggi non è così ma il rischio c'è». Un motivo è l'impennata dei prezzi dei materiali, principalmente il legno ma non solo, anche i tondini di ferro per il armare il cemento, il calcestruzzo e i materiali isolanti per la coibentazione termica esterna degli edifici. Se non è la mancanza del materiale a fermare il cantiere ci pensano i prezzi, facendo saltare il tetto del contributo ammissibile. «La soluzione per i cantieri futuri sta nella revisione del prezzario del cratere, cui stiamo lavorando. Il problema è nei cantieri in corso, che rischiano il rallentamento. Ci aspettiamo presto questa norma che il governo ci ha preannunciato per gli appalti pubblici, inclusi ovviamente quelli della ricostruzione; ma noi abbiamo chiesto l'adeguamento prezzi anche ai cantieri della ricostruzione privata, che sono coperti al 100% da risorse pubbliche. Se non venissero inclusi a causa del meccanismo del credito di imposta, si rischierebbe la fuga delle imprese verso altre tipologie di cantieri e quindi un rallentamento».

I rischi del "fuoco amico" del superbonus
E qui c'è il secondo motivo di preoccupazione, inedito: il "fuoco amico" rappresentato dal superbonus. «Se parte - come sta partendo - il 110% il mercato si allarga non poco. E la capacità realizzativa non è illimitata. C'è qualche elemento di preoccupazione su questo». Il timore è legato anche alle prossime tappe dell'attività commissariale. Ci sono circa 10mila istanze di contributo da esaminare, di cui la maggior parte attende integrazioni entro la scadenza («improrogabile», conferma Legnini) del 30 giugno: sono un'ulteriore "ondata" di cantieri privati. «Lì sì ci sarà un problema per le imprese - prevede il commissario - tenendo anche conto che i nuovi cantieri incroceranno la fase matura del 110%: le imprese italiane saranno in grado di far fronte a questo aumento? Mi auguro di sì». Intanto però nel cratere sono sempre più insistenti i rumors sulla rarefazione dell'offerta.

Il messaggio alle imprese: potete fidarvi
Al punto che il commissario veste i panni del testimonial e si rivolge alle imprese. «Da qualche settimana - premette - mi sento dire che non si trovano più le imprese. Ciò che posso dire è che il sistema delle imprese, non solo quelle delle quattro regioni della ricostruzione, può fidarsi di questo processo di ricostruzione, perché è efficace: le risorse ci sono, le procedure sono rapide». E annuncia, con una prossima ordinanza, risposte ad alcune richieste degli operatori «per esempio su una maggiore certezza sui tempi di pagamento dei Sal o sulla modifica delle disposizioni sulle Soa che, come oggi sono congegnate, rischiano di essere restrittive per la partecipazione delle imprese». In quest'ultimo caso, l'idea è cancellare l'attuale obbligo, per ciascuna impresa di Ati o raggruppamenti, del possesso per intero della qualifica Soa richiesta per l'appalto.

Ricostruzione pubblica, il 1° luglio ok a nuove opere (in deroga)
Nell'agenda del commissario, c'è anche la prossima autorizzazione - il 1° luglio di una decina di opere pubbliche, che vengono autorizzate con ordinanze speciali in deroga al codice appalti. Complessivamente, la lista di interventi da realizzare nel cratere conta 1.288 interventi, finanziati con 1,8 miliardi, in vari stadi di attuazione (la cui verifica è in corso da parte della struttura commissariale). Con le nuove risorse ottenute - per 1,7 miliardi - si pensa a un secondo piano di opere pubbliche, in corso di definizione con le regioni in queste settimane. Le ordinanze che, salvo sorprese, saranno approvate giovedì 1° luglio riguardano, tra le altre, la ricostruzione di Arquata del Tronto, la ricostruzione di Castel Sant'Angelo sul Nera, Castelluccio, Norcia, Preci, Cascia. Nella gestione Legnini, sono state approvate ordinanze per 270 milioni di euro.

Scarsità di professionisti
Tra i nodi che sembrano profilarsi all'orizzonte c'è anche quello della scarsità di professionisti che curano le richieste di contributo su incarico dei proprietari che hanno subito danni alla loro casa. Rispetto a quello che c'è ancora da fare, il parco professionisti, si segnala dalla struttura commissariale, sembra diminuire. Strettamente legato a questo tema c'è poi quello dell'accumulo degli incarichi, che per quanto riguarda i danni lievi non ha alcuna limitazione (come invece è previsto per i tecnici che prendono incarichi per danni gravi). Un monitoraggio reale - dicono alla struttura commissariale - è impossibile perché si ha evidenza solo degli incarichi formalizzati e non degli impegni presi informalmente, in molti casi solo verbalmente. Anche questa è un'incognita che potrebbe "strozzare" la macchina della ricostruzione.

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