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Scuola: caos concorsi, boom di ricorsi al Tar e rischio di maxi-risarcimenti

Il ministero potrebbe rivalersi sugli esperti che hanno confezionato i test citandoli davanti alla Corte conti

di Dino Caudullo

a settimane si susseguono segnalazioni di errori nei quesiti oggetto della prova a quiz svoltasi per le varie classi di concorso della scuola secondaria.

Le due prove scritte inizialmente previste, erano state sostituite da un unico quiz e il ministero aveva costituito una commissione nazionale per la predisposizione dell’archivio di domande da sottoporre ai candidati. Da subito sono però iniziati a giungere decine di reclami con segnalazione di errori nei quesiti su tutte o quasi le classi di insegnamento messe a concorso. In quasi ogni materia sono state infatti individuate domande tecnicamente errate o che si prestavano a più di una risposta corretta tra quelle proposte o che non ne prevedevano alcuna tra quelle indicate.

Laddove il ministero non è intervenuto annullando d’ufficio i quesiti sospetti, è toccato al Tar che, ormai da settimane, vede ingolfate le udienze dalle centinaia di ricorsi depositati. Sin dall’inizio il giudice ha riscontrato la gravità delle censure mosse verso alcuni quesiti disponendo l’ammissione cautelare dei ricorrenti alla prova orale, mentre in alcuni casi ha nominato dei consulenti per la verifica dei quesiti e, in molti altri, ha chiesto chiarimenti al ministero sulle censure formulate.

Dopo la pioggia di ordinanze del Tar in questi giorni a viale Trastevere si sta tentando di salvare il salvabile, annullando d’ufficio diverse domande e ammettendo alla prova orale dei candidati in un primo momento esclusi.

Si tratta di una debacle per il ministero che, se risulterà soccombente in centinaia di ricorsi, con la possibile condanna alle spese di lite, potrebbe essere anche chiamato a risarcire i danni. I candidati rimasti esclusi dal concorso, potrebbero infatti chiedere il risarcimento del danno da perdita di chance.

Non possono dormire sonni tranquilli nemmeno i componenti della commissione che ha predisposto i quesiti, in quanto potrebbero essere chiamati dallo stesso dicastero a rispondere per danno erariale.

Qualora il ministero dell’Istruzione dovesse essere condannato al pagamento delle spese di giudizio o, addirittura, al risarcimento dei danni subiti dai candidati ingiustamente esclusi dal concorso, sarebbe infatti doveroso per l’amministrazione – e tra le righe auspicato dagli stessi giudici amministrativi che stanno esaminando i vari ricorsi –rivalersi sui presunti esperti (e su chi li ha nominati), chiamandoli a rispondere innanzi alla Corte dei Conti.

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