Fisco e contabilità

Innovation Days, la Sicilia alla sfida dei fondi Pnrr

Imprenditori, manager e politici a confronto sulle strategie di ripartenza e sui nodi da sciogliere per la competitività <br/>

di Nino Amadore

Una regione che ha tutti i numeri in regola per cogliere le opportunità che si presentano con un sistema imprenditoriale che guarda con attenzione all’innovazione e alla transizione green. È il messaggio sulla Sicilia che arriva da Marsala dove, tra le botti delle Cantine Florio, si è tenuta la nona tappa dell’Innovation days, un viaggiio che ha attraversato l’Italia e che si chiuderà il 16 dicembre a Roma, organizzato dal Sole 24Ore e da Confindustria. L’evento, aperto dal direttore del Sole 24Ore Fabio Tamburini, ha affrontato potenzialità e limita di una terra che, secondo i dati congiunturali di Banca d’Italia, è comunque in una fase di crescita con un Pil che si attesta all 7% «una crescita robusta ma lievemente inferiore a quella media italiana» . E non si nasconde la necessità di fare di più e meglio, sciogliendo i nodi storici che frenano la crescita: «La Sicilia è centrale nel Mediterraneo e come dimostrano i fatti questa centralità è la sua forza – spiega il presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese – purché si creino le condizioni per intercettare il traffico merci che passa dal Mediterraneo e magari si creino le condizioni per lavorare qui. Ci sono poi settori molto forti come l’agroalimentare, poli di eccellenza sia sul fronte tecnologico che energetico. Servono un intervento per rafforzare e rendere più snella la burocrazia, un atteggiamento nelle autorizzazioni ambientali meno demagogico ma soprattutto il Ponte sullo Stretto, il collegamento stabile con la penisola: la mancanza è una grave problema per l’isola e le imprese dell’isola». Tutto si tiene in questo discorso di Albanese perché la fragilità della burocrazia regionale e complessivamente dell’apparato pubblico locale pregiudica per esempio una progettazione spesa efficiente dei fondi del Pnrr. Intanto, a guardare il bicchiere mezzo pieno (e in questo caso lo è veramente) non si può non citare l’agroalimentare che sta mettendo a frutto le grandi potenzialità sui mercati sia italiani che esteri: «Garantire un sano sistema agroalimentare del domani ci obbliga a riflettere sugli errori del passato e a vivere il presente in proiezione della sostenibilità del futuro – dice Roberto Magnisi, direttore delle Cantine Duca di Salaparuta, Corvo e Florio – . Dobbiamo riconquistare il tempo del fare artigianato enologico con occhi puntati verso il futuro».

Non è un quadro di disastri che emerge da questo confronto anzi tuttaltro pur non nascondendo le difficoltà e i limiti come quello della digitalizzazione, ambito in cui molti territori siciliani sono ancora indietro. Ma l’elenco, purtroppo, è ancora lungo. Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci non nasconde certo le difficoltà e il difficile confronto con lo il governo centrale su alcune questioni. Ma rilancia l’azione del proprio governo rivendicando ciò che è stato fatto in questi quattro anni e ciò che è stato messo in cantiere come la richiesta di Area di crisi complessa per il polo petrolchimico di Siracusa e annuncia l’imminente via libera al piano integrato per l’energia rinnovabile in Sicilia per poter poi partecipare ai bandi che arriveranno: «Sul polo di Siracusa serve un accordo con il governo centrale – dice Musumeci – e mi auguro che il ministro venga in Sicilia per poter vedere da vicino. Serve l’area di crisi complessa per poter avviare la strategia dell’innovazione». Poi c’è il tema dell’investimento di Intel: tutti lo vogliono, la Sicilia con Catania non è da meno. «Abbiamo avuto contatti con l’azienda – rivela Musumeci – e ci dicono che hanno bisogno di un’area di 150 ettari: noi abbiamo già individuato una sessantina di ettari e siamo in contatto con l’amministrazione di Catania per individuarne altri. Riteniamo che l’area industriale di Catania con la presenza anche di Stm sia il posto giusto. E stiamo lavorando per questo».

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