Fisco e contabilità

Fondi Ue, 43 miliardi dall'accordo di partenariato - All'Agenzia Coesione affiancamento e sostituzione degli enti in difficoltà

Con la dote nazionale si arriva a 75 miliardi di cui 48,5 gestiti dalle Regioni

di Giuseppe Chiellino e Carmine Fotina

Una scommessa sulla capacità del l’amministrazione pubblica, a livello centrale ma soprattutto locale, di trasformarsi e recuperare efficienza nella gestione delle risorse pubbliche, europee ma anche nazionali. È questo il messaggio principale che si coglie dalle parole della commissaria europea alle Politiche regionali e alle riforme, Elisa Ferreira, e della ministra per il Sud, Mara Carfagna, in occasione della firma, a Roma, dell’Accordo di partenariato tra il governo italiano e la commissione europea per la gestione dei fondi strutturali 2021-2027. Si tratta di più di 75 miliardi di euro, di cui circa 43 miliardi di contributo europeo e il resto di cofinanziamento nazionale. Una decina di miliardi in più rispetto alla programmazione 2014-2020, soprattutto grazie all’aggiunta del fondo React-Eu, che saranno distribuite su 49 programmi operativi. «Alcuni di questi sono già all’esame della commissione - ha ricordato la Ferreira - ma dobbiamo stringere i tempi. Speriamo che siano approvati tutti entro la fine dell’anno». Se ciò non dovesse accadere, la nuova programmazione partirebbe con il piede sbagliato e le risorse dei programmi in ritardo verrebbero tagliate. «Sommate alle risorse del Pnrr - ha sottolineato la commissaria - portano gli investimenti complessivi europei in Italia a cinque volte quelli degli anni scorsi».

La commissaria si è «congratulata» con l’Italia per la decisione di aumentare la l’impegno sulla capacità amministrativa, uno dei punti più discussi dell’Accordo nei sei mesi di confronto tra il Dipartimento delle politiche di coesione a Roma e la Dg Regio A Bruxelles. Ma ha incitato il governo e fare di più. «Dobbiamo rafforzare la capacità amministrativa, bisogna accelerare in questa direzione. Dobbiamo mobilitare tutte le energie migliori del Paese, che sono tante. E il mio pensiero va soprattutto ai giovani» ha detto la commissaria. Al programma nazionale Capacità per la coesione sono destinati quasi 1,3 miliardi di euro. «È una decisione simbolica che indica però un cambio di atteggiamento sostanziale». Non è un caso, dunque, che prima della cerimonia della firma dell’Accordo, la Ferreira abbia incontrato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con cui ha discusso proprio delle riforme in atto nella Pa.

Ferreira ha sottolineato la volontà di essere presente a Roma, nel pieno della crisi di governo, «per dare un segnale di fiducia al Paese». E a livello «personale» ha espresso grande stima per Mario Draghi: «Credo che non ci siano molte persone in Europa che abbiamo il prestigio e la capacità di Mario Draghi. Da parlamentare europea non mi sono mai astenuta dal ringraziare Draghi per quello che ha fatto per l’Europa. È sempre stato molto franco e tempestivo. Speriamo che vada tutto bene per la stabilità dell’Italia».

L’Accordo di partenariato è stato semplificato se confrontato a quello del 2014-2020, con 10 programmi nazionali cioè 3 in meno rispetto al 2014-2020 incluse le novità del Pon Salute, del Just transition fund per progetti di decarbonizzazione nelle zone del Sulcis e dell’ex Ilva e delle città medie del Sud incluse nel programma Metro. In totale i programmi nazionali, gestiti dai ministeri, tra fondi Ue e risorse statali valgono 25,6 miliardi. I fondi dei Por (programmi operativi gestiti dalle Regioni) ammontano invece a 48,5 miliardi.

«Tra le novità, anche gli interventi a supporto delle amministrazioni locali, un aspetto delicato per il nostro Paese: sono previsti investimenti per accompagnare, soprattutto nelle situazioni più fragili, processi tecnico-amministrativi complessi legati all'attuazione delle strategie - ha detto il ministro Carfagna, nel corso dell'incontro per la firma dell'accordo - Inoltre, e ci tengo a sottolinearlo perché anche questa è una novità assoluta, affidiamo all'Agenzia per la Coesione compiti di affiancamento ed eventualmente sostituzione degli enti in difficoltà: aiuteranno a superare le criticità del passato e a garantire il buon fine degli investimenti. Si tratta – di un'estensione del "metodo Pnrr": abbiamo sostenuto con forza questa innovazione perché davanti alla enorme opportunità che si presenta al Paese grazie alla coincidenza tra Piano di Ripresa e nuovo ciclo dei fondi di Coesione nazionali ed europei, non un euro deve essere sprecato, non un intervento deve restare sulla carta».

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