Urbanistica

Superbonus, Franco: sì alla proroga oltre il 30 giugno del 110% per le villette

Il Mef apre allo spostamento della scadenza: si va verso il termine del 30 settembre per le villette

di Giuseppe Latour e Marco Mobili

Il Governo è pronto a prorogare dal 30 giugno al 30 settembre il termine, riservato alle case unifamiliari, per raggiungere la soglia del 30% dei lavori e accedere al superbonus fino alla fine del 2022. Non solo: è in arrivo anche la modifica che consentirà la cessione dei crediti anticipata dalla banca al correntista, senza più attendere il quarto passaggio. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco nel corso del question time alla Camera di ieri ha confermato l'arrivo dei due interventi che il mercato dell'edilizia chiede a gran voce da settimane e che si preparano ad atterrare nel nuovo decreto Aiuti. Decreto che inizialmente era atteso per oggi all'esame del Consiglio dei ministri e che, dopo una serie di riunioni tecniche per trovare la giusta quadratura del cerchio, è slittato al momento a lunedì 2 maggio. «L'impegno per il Governo - ha detto il ministro ai Deputati - a prorogare oltre il 30 giugno 2022 il termine per il raggiungimento del 30% dei lavori delle case unifamiliari e villette per accedere al superbonus 110% non presenta particolari criticità, e pertanto non vi sono impedimenti alla sua approvazione in un prossimo veicolo legislativo».

Andiamo, allora, verso una proroga che porterà il termine di tre mesi in avanti, dal 30 giugno al 30 settembre.In questo modo, chi interviene sulle abitazioni unifamiliari e sulle villette dovrà raggiungere il 30% dei lavori entro settembre; avrà poi tempo fino a dicembre per chiudere il cantiere e ottenere il superbonus. Da considerare, però, che in autunno si apriranno i lavori sulla legge di Bilancio 2023 e questi termini torneranno certamente al centro del dibattito politico, peraltro di una legge di fine anno dai forti contenuti elettoralistici (nel 2023 si chiude la Legislatura e si andrà al voto per le nuove Camere).Si registra, invece, una frenata sulla richiesta avanzata a più riprese dalle forze politiche che dovrebbe indicare modalità di calcolo semplificate per il limite del 30%: l'ipotesi tradotta dalla maggioranza anche nella risoluzione di approvazione al Def è quella di precisare, con una norma interpretativa, che il conteggio va riferito al totale dei lavori e non a ogni singolo intervento che compone il cantiere, come precisato dall'agenzia delle Entrate.

Il timore del Mef, però, è che questo allargamento faccia aumentare gli oneri a carico dello Stato. Servirebbero, insomma, coperture difficili da reperire visto che le risorse necessarie sono state stimate sull'interpretazione fornita dall'amministrazione finanziaria e dunque su un 30% legato ai singoli lavori. L'altra conferma di Franco, come detto, è arrivata sull'anticipo della cessione tra banca e correntista, che non sarà più legata al quarto passaggio: «Per quanto riguarda la possibilità di consentire sempre la cessione banca-correntista, e non solo al quarto passaggio, tale ulteriore previsione verrà introdotta dal Governo in un prossimo intervento normativo», ha detto ancora.Questo cambiamento, secondo banche e imprese, andrebbe accompagnato a un'altra modifica: la possibilità di frazionare il credito. Dal primo maggio, infatti, scatta il divieto, pensato in chiave antifrode, di cedere i crediti per quote. In sostanza, chi acquista deve comprare in blocco e, poi, compensare quelle cifre, anno dopo anno, secondo la vita naturale del credito di imposta, che può arrivare anche a dieci anni. Un assetto che penalizza troppo i potenziali acquirenti.L'ipotesi allo studio, allora, è di aprire alla cessione frazionata di singole annualità: circolano già diversi emendamenti al decreto taglia prezzi che vanno in questa direzione. Su questo schema, però, stanno pesando in negativo i dubbi dell'agenzia delle Entrate.

La cessione frazionata si scontra con il sistema di regole, basato sull'attribuzione di un codice identificativo ai crediti fiscali, che l'Agenzia si prepara a varare entro la fine della settimana. Su questo, però, non sono state prese decisioni. Resta possibile che, nelle prossime ore, si trovi il meccanismo che consenta la gestione di questi frazionamenti dal punto di vista amministrativo, così da far entrare la norma nel nuovo decreto Aiuti in preparazione.A dare una grossa spinta verso l'approvazione di queste modifiche è anche il consenso diffuso, tra maggioranza e opposizione, che stanno riscuotendo gli interventi in materia di bonus edilizi. È stato molto evidente alla manifestazione indetta ieri a Roma a piazza della Repubblica, alla quale hanno aderito rappresentanti di M5s, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Alternativa.Per tutte queste forze resta, però, la necessità di trovare una piattaforma comune, da portare al Governo. Ieri il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, incontrando gli organizzatori della manifestazione (Partitalia - Associazione in difesa delle partite Iva, Class action nazionale dell'edilizia e Faci - Federazione artigiani e commercianti italiani), ha auspicato la formazione di una «posizione convergente» tra i diversi schieramenti. Si lavora anche a questo nei vertici dei partiti in programma in questi giorni.

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