Amministratori

Mancata adozione del piano anticorruzione, rispondono Cda e organo incaricato illegittimamente come responsabile

I vertici di un'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale del Centro-Sud Italia sono stati sanzionati dall'Anac

di Manuela Sodini

I vertici di un'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale del Centro-Sud Italia sono stati sanzionati dall'Anac per mancata trasparenza e attività anticorruzione nell'ente. I componenti del Consiglio d'amministrazione e dell'organo collegiale incaricato illegittimamente di funzioni di responsabile anticorruzione dovranno pagare di tasca propria una sanzione pecuniaria pari a mille euro ciascuno, per un ammontare complessivo di seimila euro. Questo è quello che risulta dalla delibera di Anac n. 238/2022.

La delibera origina dalla verifica effettuata da Anac sul sito istituzionale dell'ente in questione, dove è stata rilevata la mancata pubblicazione del Piano triennale anticorruzione e trasparenza relativo al triennio 2021-2023.

Come noto, in base all'articolo 1, comma 8, della legge 190/2012, sussiste l'obbligo di adottare annualmente il Piano di prevenzione della corruzione da parte di tutti i soggetti che risultano tenuti all'adempimento, tale obbligo s'intende assolto con l'adozione da parte dell'organo d'indirizzo del Piano anticorruzione e trasparenza.

La contestazione da parte dell'Autorità anticorruzione risale allo scorso 24 marzo, data di avvio del procedimento sanzionatorio, periodo durante il quale, l'Azienda, come si apprende dalla delibera, non ha nemmeno avviato le procedure necessarie per adottare il Piano. Dai riscontri pervenuti dalle parti pare evincersi che l'assenza del Piano per il triennio 2021-2023 sia fondata sulla erronea convinzione che il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e trasparenza relativo al triennio 2020-2022 non dovesse essere aggiornato annualmente per l'annualità 2021.

La delibera passa poi ad esaminare le diverse posizioni dei soggetti coinvolti sotto il profilo delle responsabilità e delle conseguenti sanzioni.

Quanto alla posizione dei professionisti esterni, facenti parte dell'Organismo di vigilanza aziendale (Odv) e nominati con apposita delibera del Consiglio di amministrazione responsabili anticorruzione e trasparenza per il periodo 1.7.2020-31.12.2022, viene prima di tutto rilevata l'illegittimità del conferimento dell'incarico. A ciò si aggiunge il fatto che gli stessi hanno comunque svolto funzioni quali "funzionari di fatto" accettando l'incarico e percependo emolumenti aggiuntivi alla retribuzione, senza provvedere alla stesura del Piano. La medesima responsabilità per omissione del Piano viene attribuita anche al Direttore nonché membro interno dell'Odv/Rpct.

Quanto al Presidente e ai componenti del Consiglio di amministrazione, le risultanze istruttorie non hanno evidenziato sollecitazioni nei confronti del Responsabile anticorruzione/Organismo di vigilanza affinchè fosse predisposta una proposta di Piano anticorruzione e trasparenza (Ptpct).

Anzi, dai riscontri ricevuti dall'Anac, pare evincersi che l'organo di indirizzo politico dell'Azienda fosse erroneamente convinto che con l'adozione del Piano triennale anticorruzione e trasparenza 2020-2022 si potevano considerare esauriti gli adempimenti richiesti dalla legge, trascurando che questa prevede l'aggiornamento annuale del Piano.

In conclusione, deve essere riconosciuta la responsabilità per la mancata adozione del Piano anticorruzione e trasparenza 2021-2023 nella misura minima edittale (euro 1.000) nei confronti dei soggetti obbligati, da identificarsi nei componenti dell'organo collegiale incaricato illegittimamente di svolgere le funzioni di Responsabile anticorruzione e trasparenza (RPCT), nel Presidente e nei componenti del Consiglio di Amministrazione.

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