Appalti

Due colossi cinesi in pista per ricostruire il Ponte di Genova, Cccc con Salc Milano

di Alessandro Arona

(nella foto la visita della China Communications Construction Company presso il porto di Genova, il 19 giugno scorso)

Anche il colosso cinese CCCC (China Communications Construction Company) è in campo per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. Radiocor Plus ha appreso che una cordata formata dal gruppo cinese, l'italiana Salc di Milano (con la quale già collabora) e la società di ingegneria romana 3TI Ingegneria, ha presentato una proposta progettuale lunedì 26 novembre, la scadenza fissata dal commissario Marco Bucci per partecipare all'”indagine di mercato”, a cui a breve seguirà la procedura negoziale ai fini dell'assegnazione della commessa.

C’è sicuramente un’altra offerta guidata da un colosso cinese delle costruzioni, ma non siamo per ora riusciti a sapere il nome.

CCCC è uno dei tre big cinesi delle costruzioni, con un fatturato 2017 di 75 miliardi di dollari, ed è la numero tre al mondo nella classifica Enr (Engineering News Record) per fatturato internazionale (23,1 miliardi di dollari), classifica nella quale Salini Impregilo occupa la 15esima posizione, con 6,5 miliardi di dollari di fatturato estero. CCCC è nota soprattutto per la costruzione (di recente completata) del ponte marino che collega la Cina con Hong Kong e Macao (54,7 km, il viadotto più lungo al mondo).

La Salc di Milano (ex Ics) è invece la società fondata dallo scomparso Claudio Salini, oggi guidata dal fratello Simon Pietro. La sfida tra CCCC-Salc e Salini Impregilo-Fincantieri (questi i due big in campo), è dunque anche una sfida tra cugini primi, appunto Simon Pietro di Salc e Pietro Salini patron di Salini Impregilo. Le famiglie di Claudio e Simon Pietro sono ancore socie di minoranza della stessa Salini Impregilo. Tra Pietro e Claudio la rottura è nota e risalente negli anni. Il plico presentato dalla cordata CCCC-Salc presenta diverse opzioni progettuali, elaborate da 3TI, in termini di tecnica costruttiva, tempi, costi. Una di queste prevede la costruzione del ponte in soli 11 mesi, meno di quanto promesso da Bucci ai genovesi. La cordata propone anche di anticipare tutte le spese di progettazione e costruzione, facendosi pagare solo alla fine dei lavori.

LE VISITE DEI CINESI
La China Communications Construction Company è da tempo interessata all’Italia. Oltre a collaborare con la Salc, il 19 giugno scorso è venuta in visita a Genova, presso l’Autorità di sistema portuale, per «valutare le opportunità di investimento nei porti di Genova e Savona-Vado» (così spiegava l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale). La delegazione della CCCC Second Harbor Consultant, composta da Liu Lihua, Vice President; Hu Kai, General Manager Oversea Department; Huang Sheng, Deputy Manager of Oversea Department e Gao Peng, Senior Engineer, mostrò allora un forte interesse per il sistema logistico del Nord Tirreno ribadendo, dopo la visita alle infrastrutture, l'interesse della Company cinese ai progetti di sviluppo che l'ADSP Genova-Savona ha in cantiere a medio e lungo periodo.

COSA VOGLIONO I CINESI ?
All’inizio di novembre, nell’ambito della missione in Cina del vice-premier Luigi Di Maio, una delegazione italiana guidata dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini ha di nuovo incontrato i vertici di Cccc e di altre primarie grandi imprese cinesi delle costruzioni.
«I cinesi - spiega una persona presente a quegli incontri - non sono interessati a costruire in Europa, e tantomeno a Genova. Hanno capito che in Europa occidentale gli appalti si ottengono tramite gare, e dunque non puntano ad affidamenti diretti come nei paesi in via di sviluppo. Comunque sono soprattutto interessati al ruolo di finanziatori, a debito o entrando nell’equity. Di quali società? Sono interessati alla gestione di asset a pedaggiuo, di concessioni, ovviamente non possono entrare nelle Autorità portuali che sono pubbliche, ma ad esempio nelle società terminalistiche portuali, nelle imprese di trasporto ferroviario». «Sono poi interessate alla progettazione di grandi opere, credo infatti che arriverà un’offerta cinese nella gara da 13,5 milioni per la diga foranea a Genova».

I costruttori italiani devono temere i cinesi? «No - rivela la nostra fonte - anzi paradossalmente potrebbero svolgere un ruolo nel sostegno finanziario di grandi gruppi di costruzione in crisi, e in generale svolgere un ruolo di supplenza delle banche».

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