Urbanistica

Ance: rigenerazione delle città con una legge e bonus fiscali stabili

Oggi le conclusioni della convention promossa a Parma dall'associazione dei costruttori

di Giorgio Santilli

Una legge nazionale per la rigenerazione urbana è necessaria a condizione che porti integrazione, semplificazione, partecipazione degli operatori privati. Questa legge, in discussione al Senato, deve essere un tassello di una politica urbana nazionale più complessiva. Ieri è stato il giorno dei tavoli tecnici alla convention dell'Ance sulla rigenerazione della città, in attesa delle conclusioni che oggi trarranno il presidente Buia, il vicepresidente della commissione Ue Timmermans e il ministro delle Infrastrutture Giovannini. I quattro tavoli, con oltre 50 partecipanti dal mondo della professione, dell'impresa, dell'università, della finanza, ciascuno dei quali coordinato da un vicepresidente Ance, hanno affrontato i temi della «governance e regole delle città sostenibili» (Filippo Delle Piane), della «fiscalità ambientale e transizione ecologica delle città» (Marco Dettori), della «transizione sociale delle città» (Rudy Girardi) e della «transizione economica e finanziaria delle città» (coordinato dalla presidente dei giovani costruttori Angelica Donati).

Rafforzeranno il «decalogo per la rigenerazione urbana», dovuto anche al lavoro del responsabile del centro studi, Flavio Monosilio. Riaffermata, dopo un acceso contraddittorio, l'esigenza di un coordinamento nazionale delle regole per gli interventi di rigenerazione, per evitare il "tana liberi tutti" regionale, ma riaffermata anche la necessità di un ventaglio di misure che devono contribuire a definire una politica complessiva (urbanistica, fiscale, di bilancio) di ripresa degli investimenti nelle città, sfruttando la grande opportunità data dai fondi Pnrr e dalla direttrice condivisa della sostenibilità ambientale. In questa stagione che dovrebbe portare ad «abbondare la città novecentesca per entrare nel XXI secolo» c'è inedita attenzione al valore sociale degli interventi («condivisi con il territorio»), alla centralità del progetto (qualità e innovazione al servizio del cittadino), a forme di finanza innovativa e di partenariato pubblico-privato («cui la Pa oggi non appare pronta»), a una disciplina urbanistica flessibile nel riconoscimento di «uno spettro di usi» e nell'abbandono della monofunzionalità.

Ma il tema che è venuto fuori con forza e produrrà dibattito pubblico in vista della prossima legge di bilancio è «l'allineamento delle legge rigenerazione urbana con una politica di stabilizzazione degli incentivi fiscali spot». È il tema di non poco conto - la cui percorribilità va misurata sulla scena della politica e del bilancio pubblico - di «un décalage programmato del Superbonus» collegato alla nuova legge urbanistica e anche «alle nuove opportunità date dalle politiche della Ue in materia di energia e di ambiente». Altra parola rilanciata: metrica. Per misurare gli effetti dei progetti: leva di chiarezza, ma anche di collegamento più diretto con i cittadini, in uno sforzo oggi assente nella cultura italiana.

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